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Cultura

Scrittura, idee e musica, al Salone del Libro ospiti da tutto il mondo. Ecco il “cast”

Davide Mazzocco

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Premi Nobel e Pulitzer, autori di bestseller ed emergenti, attori e rocker, professori e artisti, impeccabili accademici e sregolati prodigi, lirici e prosatori, puristi ed espressionisti, saggisti e fumettari, mostri sacri e imbonitori, arcaisti e modernisti, nostalgici e innovatori, storici e veggenti, il programma del Salone Internazionale del Libro è il corrispettivo libresco di un’adunata delle Nazioni Unite. Dal 12 al 16 maggio Torino diventa per cinque giorni la capitale del libro e i suoi derivati. Con un cast stellare e una tale varietà di incontri, dibattiti e presentazioni (distribuiti in 27 sale!) per cui ogni scelta comporta quasi sicuramente un’importante rinuncia. Partiamo dal tema Memoria. Il seme del futuro. Per sviscerarlo la ditta Picchioni, Ferrero & C. ha arruolato un pacifico e assai eterogeneo esercito di studiosi: se l’imprescindibile Risorgimento e i suoi personaggi saranno materia per Lorenzo Del Boca, Paolo Mieli, Giorgio Dell’Arti, Romano Bracalini, Claudio Fracassi, Luciano Garibaldi, Aldo Cazzullo, Dacia Maraini, Alfredo Chiappori, Giancarlo De Cataldo e Alessandro Mari, l’essenza dell’italianità la si scoprirà, invece, nella lectio magistralis di Giovanni De Luna. Il quartetto Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Tullio De Mauro e Massimo Montanari si metteranno sulle tracce dell’identità italiana, mentre Paolo Mieli e Mario Baudino converseranno sui classici della letteratura italiana post unitaria. Massimiliano Finazzer Flory leggerà I promessi sposi accompagnato dagli Archi dell’Orchestra della Scala, mentre Franco Cordero farà un Discorso sullo stato presente degli italiani, sulla falsariga di quello profetico e quasi bicentenario di Giacomo Leopardi. Di Nobel abbiamo parlato ed ecco, dunque, Dario Fo leggere Boccaccio, l’intramontabile classico trecentesco. Ad altri ospiti il compito di interrogare il presente con le sue potenzialità e le sue piaghe: Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo si occuperanno della malagestione dei beni culturali, l’economista Parag Khanna (consulente di Barack Obama) discuterà di economia globalizzata con Federico Rampini, Susanna Camusso parlerà di lavoro, Paola Mastracola e Piero Dorfles di scuola, Luca Ricolfi di riforme, Mario Giordano di pensioni.

La Russia sarà ospite d’onore con gli scrittori Aleksandr Terekhov e Ljudmila Ulitskaja, le poetesse Sasha Sokolov e Olga Sedekova e il regista Aleksandr Sokurov. Ci sarà anche la Plaestina con Sahar Khalifa, Suad Amiry, Mourid Barghouti e Samih al-Qasim. Nei padiglioni del Lingotto passeranno anche Martin Cruz Smith, Paul Harting, James Redfield e J.S. Stephens. Non lo conscete? Pare che il suo fantasy sarà il prossimo Harry Potter. E ancora: Luis Sepulveda, Qiu Xiaolong, Javier Cercas e Marc Lévy. Capitolo italiani. Più facile citare gli assenti. Fra i presenti svettano Umberto Eco – che terra una lectio magistralis sulla libertà e sulle costrizioni dello scrittore -, Massimo Carlotto, Gustavo Zagrebelsky, Erri De Luca, Margaret Mazzantini, Eugenio Scalfari, Antonio Tabucchi, Michela Murgia, Giuseppe Culicchia.

L’allargamento e l’inclusione dell’Oval amplia gli spazi per le esibizioni. Accanto alle letture e alle discussioni più accademiche ecco, allora, gli spettacoli di Giuseppe Battiston e Toni Servillo che leggono Thomas Bernhard, di Claudio Santamaria che compie lo stesso esercizio con Stieg Larsson e Ascanio Celestini che presenta il suo Io cammino in fila indiana. Musica, tanta musica con Parole di Lulù di Niccolò Fabi, Teresa De Sio interprete di Fabrizio De André, Boosta, Africa Unite, Serena Abrami, Yo Yo Mundi e Remo Anzovino. Questi i nomi più importanti di un programma fittissimo di appuntamenti e ospiti che potete trovare in versione integrale su: www. salonelibro.it

 

 

 

 

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