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Cronaca

Juventus Stadium: saltano fuori i primi problemi di sicurezza

Redazione Quotidiano Piemontese

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Inaugurazione nuovo Stadio JuventusLa Juventus aveva puntato su un progetto-civiltà nel nuovo Juventus Stadium.  Alla presentazione dell’impianto, la Juventus si è detta convinta che l’ambiente condizioni i comportamenti delle persone. E che quindi non ci sarebbero stati problemi per l’assenza di barriere allo stadio. Ma  durante Juventus-Bologna dello scorso mercoledì dopo un serie di scintille fra i giocatori sotto la curva, uno spettatore ha cercato di colpire Marco Di Vaio, attaccante del Bologno che ha raccontato al Fatto Quotidiano l’esperienza vissuta.

 

Storia di mercoledì sera. Il Bologna è ospite della Juventus nel nuovo impianto della società bianconera. Sul finale, la gara si fa tesa per ragioni diverse e dalle provocazioni verbali si passa agli spintoni, che coinvolgono più o meno direttamente diversi giocatori. Il gruppo di calciatori affamati di giustizia ‘autodafé’ arriva a due passi dalla curva Nord, che ospita in quel settore tifosi juventini. E proprio uno di questi si sporge dalle protezioni quanto basta per improvvisare un ceffone che non prende Di Vaio per qualche centimetro. Da qui, le prime critiche allo Juventus Stadium, impianto gioiello per struttura e prospettiva, il primo di proprietà di un club italiano, che però non sembrerebbe garantire la necessaria sicurezza al pubblico presente. Le barriere che dividono gli spalti dal campo sono alte un metro o poco più. Se qualcuno volesse davvero entrare sul terreno di gioco ed assaltare le posizioni dei tifosi avversari, beh, diciamo così, non faticherebbe oltremisura. Certo, ci sono le telecamere controllate in cabina di regia dalle forze dell’ordine, che monitorano tutto ciò che accade nelle zone calde dell’impianto. Ci sono gli steward sul libro paga della Juve, che dovrebbero tenere d’occhio la situazione minuto dopo minuto. Per la cronaca, mercoledì ce n’erano 480, contro i 170 previsti dalla normativa in gare come queste. E c’è pure la Daspo, la misura introdotta per legge nel 1989 per mettere all’indice il tifo violento in modo radicale e definitivo.

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