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Inchiesta pendolari. Treni a Bassa Velocità: le quotidiane odissee del trasporto regionale

Davide Mazzocco

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Mentre tutta l’attenzione dei media è concentrata sul tunnel dell’Alta Velocità Torino-Lione, i problemi quotidiani delle migliaia di passeggeri della Bassa Velocità piemontese sono coperti da una coltre di silenzio ma lasciano il segno sull’attività professionale e scolastica di chi è costretto a continui ritardi per cause di forza maggiore. La scorsa settimana su cinque giorni lavorativi ben due hanno subito ritardi che hanno precluso l’arrivo in orario sul luogo di lavoro o di studio: il treno Regionale Veloce 2005, quello che parte da Porta Nuova alle 6:50 per raggiungere Milano Centrale alle 8:45, il più frequentato dai pendolari piemontesi, è giunto con 14 minuti di ritardo il 18 ottobre e con 31 il 21 ottobre. Questa mattina – 25 ottobre – alle ore 10:15 erano già diciotto i treni in ritardo sulla rete regionale piemontese. Dai ritardi minimi di 6 o 7 minuti a quelli di 21’ del 10082 Biella-Torino e di ben 25’ del 2513 Asti-Milano. Piccola glossa a margine: i ritardi sarebbero sicuramente molti di più se le Fs non iniziassero a considerarli tali solamente dopo 5 minuti. Glossa alla glossa: in Giappone il 95% del traffico ferroviario arriva a destinazione in orario e quando il ritardo è di 3-4 minuti il capotreno si scusa con i passeggeri via interfono.

Dei 60mila pendolari piemontesi circa 20mila viaggiano sulla Torino-Milano per un totale di 40mila corse al giorno. Anche se negli ultimi mesi i ritardi sono in leggero calo, i problemi del trasporto su rotaia restano parecchi: “Le cause dei ritardi – spiega Cesare Carbonari, portavoce del Comitato spontaneo pendolari Torino-Milano – sono molteplici e sempre giustificate dalle Fs con le motivazioni che da 15 anni tormentano gli utenti di una delle linee ferroviarie più redditizie del nostro Paese. Non si tratta di un problema locale: ogni giorno 3 milioni di italiani, utilizzando i vecchi treni regionali, rischiano il posto di lavoro. E, alcuni di loro, esasperati dai ritardi decidono di utilizzare l’auto privata”.

Quali le soluzioni? Carbonari non ha dubbi: “La nostra classe dirigente dovrebbe preparare un piano nazionale sui trasporti finalizzato al potenziamento e al miglioramento delle vecchie linee regionali raddoppiando i binari unici come quelli di Torino-Pinerolo, Fossano-Cuneo e Chivasso-Aosta, elettrificando le linee che ancora viaggiano a combustibile e costruendo nuovi treni”. Ma la politica, secondo Carbonari, sembra avere altri interessi: “Qualche pendolare torinese ironicamente ipotizza la ricerca di un lavoro a Lione mentre la quasi totalità pensa che l’Alta Velocità e la Tav siano ormai le cause dell’abbandono totale – da parte della politica e, di conseguenza, delle Ferrovie dello Stato – di investimenti per fare quello che altri Paesi a noi confinanti, hanno già fatto da tempo. Oltralpe i pendolari non organizzano comitati e associazioni per protestare come accade qui da noi”.

La Tav in Piemonte c’è già. Unisce Torino a Milano escludendo le stazioni intermedie, penalizzando gli utenti di Chivasso, Santhià, Vercelli e Novara costretti, molto più di quando la Tav non c’era, ad arrivare al lavoro in ritardo, visto che, in caso di disguidi, il passaggio dell’Av sui binari in comune è prioritario rispetto a qualsiasi altro treno. L’abbonamento al regionale costa 97,50 euro, quello al treno ad Alta Velocità 295 euro: “La politica – conclude Carbonari – ha già deciso, all’unanimità, che la Tav in Valsusa si farà: non per un interesse collettivo ma per quello della stessa classe politica. Sostengono che si tratta di un’opera prioritaria per non essere esclusi dall’Europa. Sono le stesse storie che ci vennero raccontate dieci anni fa all’inizio dei lavori della Torino-Milano, quando ci dissero che l’Alta Velocità avrebbe portato un grande miglioramento a favore dei pendolari. I risultati si possono vedere oggi: basta salire su un treno qualsiasi dei pendolari in qualsiasi regione italiana per accorgersi di come fossero solamente promesse”.

La seconda parte dell’inchiesta di Quotidiano Piemontese sarà on line domani pomeriggio.

 

Ritardi treni piemontesi dall’inizio del servizio alle ore 10:15 del 25 ottobre 2011

10440 Acqui Terme Torino 7’

10176 Savona Torino 19’

10082 Biella Torino 21’

10084 Novara Torino 18’

2006 Milano Torino 14’

4458 Cuneo Torino 8’

2001 Torino Milano 18’

2003 Torino Milano 9’

9707 Torino Milano 9’

2513 Asti Milano 25’

9711 Torino Milano 7’

2005 Torino Milano 7’

IC655 Ventimiglia Milano 16’

10214 Cuneo Torino 8’

4328 Pinerolo Torino 6’

2004 Milano Torino 9’

2002 Milano Torino 15’

2008 Milano Torino 6’

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