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Cultura

Sabato la festa alle Ogr per salutare le mostre. Ma è un addio o un arrivederci?

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le Officine Grandi Riparazioni sono state uno degli assi nella manica di Italia 150. Con le loro tre mostre, Fare gli italiani, Stazione Futuro e Il futuro nelle mani, hanno riscosso un successo incontestabile. In otto mesi c’è stata una lunga catena di exploit, l’ultimo dei quali si è registrato la settimana scorsa, con un flusso di  ben 12mila visitatori solo nel week-end. Ora che sulle tre mostre sta per calare il sipario, si annunciano biglietti sconto, una grande festa e un piccolo giallo.

La cerimonia di saluto alle mostre ‘patriottiche’ sarà quanto di più informale e antiretorico si possa immaginare. Nessuna fanfara, nessuna sfilata d’onore, ma solo un concerto pop a ingresso gratuito. Sabato 19 novembre (dalle 20 in poi) salgono sul palco dell’Area Incontri  quattro formazioni apprezzate nel panorama musicale torinese che si alternano offrendo uno spettacolo di circa 40 minuti ciascuna. Aprono la serata gli Espresso Atlantico, con il loro accattivante mix di suoni dai cinque continenti. Poi tocca ai Re-Beat, un gruppo di giovani musicisti che hanno deciso di riportare in voga la musica italiana anni ’60, seguiti dai Ball&Chains, che dopo un tortuoso cammino di allontanamenti e ricongiungimenti, sono ritornati alle radici del blues. Chiude il concerto la Soulful Torino Orchestra, prestigiosa band formata da artisti già noti, alcuni dei quali presi in prestito da storici gruppi come gli Statuto e i Bluebeaters di Giuliano Palma.

Ultima chiamata per ritardatari e turisti: durante la serata Fare gli Italiani, Stazione Futuro e Il futuro nelle mani si visitano con un biglietto speciale a 5 €. Possiamo immaginare un bagno di folla tipo musei durante le notti bianche, una grande festa della cultura. C’è solo un punto non chiaro: sarà una festa di addio o solo un arrivederci? Ancora non si conosce il destino di Fare gli Italiani, uno dei fiori all’occhiello del centocinquantenario. C’è chi vorrebbe farne un museo permanente da aggiungere alle meraviglie della città, mentre altri si oppongono, sostenendo che una simile operazione snaturerebbe il significato della mostra. Così si affacciano proposte diverse, più o meno di compromesso: in questi giorni si parla con insistenza di una riapertura primaverile, ma dal Comune per ora non arrivano conferme. Forse è destino: a una mostra intitolata Fare gli Italiani bisognava pur dare un tocco di italica confusione.