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Cronaca

Agile ex Eutelia: in settimana incontro decisivo. A Torino i dipendenti rifiutano il fondo europeo

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“Entro questa settimana incontreremo al ministero dello Sviluppo economico una società che ha manifestato interesse per Agile. Potrebbe aprirsi uno spiraglio per questo specifico ramo d’azienda”. Lo ha dichiarato Enrico Azzaro, responsabile di settore della Uilm nazionale, che sta seguendo da vicino l’annosa vertenza Agile ex Eutelia. “I commissari straordinari in carica – ha spiegato il sindacalista della Uilm – hanno individuato tra le varie offerte un potenziale acquirente per Agile, anche se solo parte dei dipendenti della azienda in crisi potranno essere riassunti. Altri addetti, invece, dovranno intraprendere percorsi formativi utili alla ricollocazione esterna anche grazie alle soluzioni indicate dal ministero, con l’ausilio delle Regioni interessate (oltre al Piemonte: Lazio, Campania, Sicilia, Toscana e Calabria) e del ministero del Lavoro”.

Individuato anche il possibile percorso da intraprendere: “Se il piano industriale della società acquirente, di cui si mantiene ancora il dovuto riserbo, risulterà alla nostra valutazione congruo e realizzabile, occorrerà in 25 giorni realizzare una cessione di ramo d’azienda dall’attuale assetto societario di Agile; tentare attraverso la presentazione di un apposito progetto (da presentare entro la fine del mese di dicembre) il cofinanziamento da parte del Fondo europeo (Feg) per almeno 500 addetti in esubero ai fine della loro riqualificazione e ricollocamento”.

Attesa, quindi, per l’incontro che si terrà in settimana (la data è ancora da fissare). “Ma soprattutto attenzione – ha sottolineato Azzaro – perché se non si troverà un’intesa Agile rischia il fallimento. Non si possono perdere i posti di lavoro e finchè non ci sarà una soluzione definitiva è fondamentale mantenere le commesse utili alla sopravvivenza della società stessa e sollecitare le istituzioni regionali e provinciali a fare la loro parte”.

È  proprio sul Feg (ovvero il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione) che i dipendenti di Torino e Ivrea (che hanno riaperto il sito dopo le ultime vicissitudini) sembrano nutrire i maggiori dubbi: per loro Feg è uguale a “licenziamento”, senza se e senza ma. “I lavoratori presenti – scrivono i dipendenti piemontesi – escludendo a priori l’utilizzo del Feg, in virtù del nuovo scenario politico, auspicano l’emissione di un nuovo bando. Sensibilizziamo i colleghi di tutte le sedi ad un approfondimento dello strumento europeo al fine di evitare il licenziamento collettivo al quale ci siamo già opposti nel 2009”.

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