Seguici su

Cultura

Un anno di cinema in Piemonte. La top ten del 2011

Davide Mazzocco

Pubblicato

il

Ecco i dieci ricordi che ci porteremo dietro di questo 2011 a Torino e in Piemonte.

Torino Film Festival Preceduto dalle (sterili) polemiche sul mancato tappeto rosso il Tff si è confermato del (e per il) pubblico. L’incasso complessivo è stato di 191mila euro con un +6% e 69mila ingressi nelle 11 sale. Tante anteprime prestigiose, boom di presenze per la retrospettiva di Robert Altman. Gianni Amelio ci ha messo la firma ma l’elemento insostituibile è Emanuela Martini, già vice di Moretti. L’impronta sugli ultimi cinque festival, più dei direttori, l’hanno data lei e il suo staff.

Cinemambiente Ambiente nel senso più esteso del termine. Ogni edizione diviene spunto per riflettere sul presente. Senza se e senza ma. Con documentari che spingono alla riflessione ma che sono opere d’arte, come Waste land e come Into Eternity. Se poi c’è Michael Cimino a fare da padre nobile il successo è completo.

Sottodiciotto Filmfestival Con un budget di 300mila euro un festival che tiene testa al Tff con ospiti internazionali come Alan Parker e Jaco Van Dormael. In un sistema distributivo nazionale vergognoso, festival come questi sono un’alternativa all’omologazione, una terapia alla sete di film d’autore, un antidoto alla banalità nelle settimane dei cinepanettoni.

Piemonte Movie La logica della filiera corta di Slow Food applicata al cinema. Promuovere sul territorio regionale e nel festival di fine inverno il meglio della produzione locale. E far crescere una nuova generazione di appassionati e studiosi per progettare i festival del futuro.  

Noi credevamo Sette David di Donatello e riconoscimenti in ogni dove per il film di Mario Martone che guarda con occhio (auto)critico il Risorgimento Italiano. Fortemente voluto da Film Commission Torino Piemonte allinea il più bel cast italiano dell’ultimo decennio. E dire che era stato lanciato con appena 30 copie…

Torino Glbt Festival – Da Sodoma a Hollywood Anche senza patrocinio della Regione (ma è arrivato quello del Ministero delle Pari opportunità), la manifestazione di Giovanni Minerba continua a rappresentare un punto di riferimento nel circuito delle rassegne internazionali gay, lesbian e trasgender.

Daniele Gaglianone Dopo il dirompente Pietro del 2010, il regista torinese ha girato Ruggine con alcuni dei migliori attori italiani della generazione dei quarantenni (Accorsi, Timi e Mastrandrea). Tiene corsi di cinema, lavora con i ragazzi in piccoli progetti, lavora sul campo. Il contrario del regista asserragliato nella torre d’avorio. E nei suoi film questa sua vicinanza alla realtà si coglie al primo sguardo.

Sette opere di misericordia L’opera prima di Gianluca e Massimiliano De Serio ha fatto incetta di premi nei festival di tutto il mondo sbalordendo per la composizione pittorica delle immagini e la performance di Roberto Herlitzka e Olimpia Melinte. A gennaio sarà finalmente in sala.

Il pezzo mancante Il più bel documentario italiano uscito al cinema nel 2011 è “torinese” che più torinese non si può perché parla della famiglia torinese che più torinese non si può, quella degli Agnelli. Scoprendo dolori e “pezzi” rimossi con attenzione, pudore e sensibilità. 

Penelope Cruz Nell’autunno subalpino ha portato una telenovela latina con colpi di scena a non finire. Oggetto del braccio di ferro fra il direttore del Tff Gianni Amelio e l’assessore alla cultura Michele Coppola, alla fine l’attrice spagnola – impegnata sul set di Venuto al mondo di Sergio Castellitto – ha presenziato all’inaugurazione del Torino Film Festival in un’inaugurazione comunque coerente con l’understatement del capoluogo.

 

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese