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Bersani: “La Tav non è in discussione”. E a Marchionne: “Ci dica dove vuole investire”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sulla Tav “il se non è più in discussione. Non c’è piu’ spazio per posizioni ambigue che con la scusa del dialogo possano mettere in forse l’opera. Si può invece discutere il come”. Parole del segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani, intervistato su Repubblica da Paolo Griseri. L’ex ministro si è soffermato anche sul tema Fiat, chiedendo a Sergio Marchionne di dire “una volta per tutte dove investe per Fabbrica Italia”.

Parliamo di cose concrete all’ordine del giorno: la Tav. Qual è la vostra proposta?
“Tre premesse. Primo: c’è un inequivoco pronunciamento del governo che segue analoghe decisioni prese a livello locale, nazionale e nei trattati internazionali. Dunque la Tav si fa e su questo non si torna indietro. Secondo: la questione si sta trasformando in una battaglia ideologica e sotto quella bandiera trovano riparo posizioni inaccettabili e violente. Terzo: c’è una opposizione radicale in una parte della popolazione della valle”.

Ci sono anche sindaci del Pd che vogliono tornare a discutere “se” l’opera s’ha da fare. Che cosa risponde loro?
“Che il se non è più in discussione. Non c’è più spazio per posizioni ambigue che con la scusa del dialogo possano mettere in forse l’opera. Si può invece discutere il come”.

Qual è la vostra proposta sul come?
“Le proposte non mancano. C’è un documento del sindaco di sant’Antonino, Antonio Ferrentino, che propone una via d’uscita. Anche qui ci sono tre tappe: garantire a livello locale e nazionale una politica di incentivi al trasferimento dei trasporti da gomma a ferro; studiare insieme gli aspetti dell’impatto ambientale delle opere; preoccuparsi che tutti gli impegni presi vengano rispettati. Non è che una volta fatto il buco ci si dimentica del resto”.

Proponete compensazioni?
“Smettiamola di parlare di compensazioni. C’è un piano a livello provinciale che prevede di riqualificare il territorio. Comune, Provincia e Regione Piemonte stanno convocando i sindaci della valle. Anche il governo apra su queste basi un immediato confronto”.

Dovevate aderire allo sciopero di oggi della Fiom. Poi hanno aderito i comitati della val di Susa e avete ritirato la partecipazione. Nel Pd è possibile essere No Marchionne ma non No Tav?
“Il Pd non aderisce a scioperi. Non siamo insensibili alla protesta della Fiom quando chiede la democrazia in fabbrica e denuncia discriminazioni inaccettabili contro i sindacati che non firmano gli accordi come a Pomigliano”.

Che cosa vi divide da Landini?
“Il giudizio tranchant sul governo Monti e la scelta No Tav. Che mi pare esuli un po’ dalle piste sindacali”.

Che cosa dovrebbe chiedere Monti a Marchionne?
“Monti ha fatto molto bene a voler incontrare Marchionne. Gli italiani non sono più stupidi degli americani. Il manager ci dica una volta per tutte dove investe per Fabbrica Italia e dia garanzie sugli stabilimenti, senza continuare a scaricare sugli altri la colpa dell’incertezza”.

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