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Economia

Comune di Torino, la Corte dei Conti fa le pulci al bilancio 2010 targato Chiamparino

Redazione Quotidiano Piemontese

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La bacchettata è arrivata alla vigilia dell’attesa discussione sul bilancio 2011, ed è una di quelle ramanzine che non si dimenticano facilmente. La Corte dei Conti – nelle vesti di maestrina – ha rilevato nel consuntivo 2010 di marca Chiamparino “mancanze”, “scostamenti”, “forti dubbi”: sei pagine di domande – datate 12 marzo 2012 – alle quali Palazzo Civico deve rispondere entro 15 giorni.

COSA DICE LA CORTE DEI CONTI. “Si evidenzia una differenza di parte corrente negativa, oltre 46 milioni di euro, coperta con un utilizzo dall’avanzo di amministrazione per 15 milioni ed entrate di natura straordinaria quali i contributi per permesso di costruire e le plusvalenze da alienazione da beni patrimoniali. Si rileva inoltre una differenza fra entrate e spese correnti non destinata a spese per investimenti, che evidenzia la mancanza di equilibrio strutturale”. Tutto ciò può determinare, scrive la Corte, “situazioni di rischio per i futuri equilibri di bilancio, che derivano dal finanziamento di spese consolidate attraverso entrate di natura straordinaria”.

“Si evidenzia il ricorso di anticipazioni di tesoreria che si incrementa nel 2011. Appare sintomo di uno squilibrio finanziario di cui dovrebbero essere indicate le ragioni, che potrebbe essere conseguente ad una rilevante inesigibilità dei residui attivi riportati nel rendiconto”. E ancora: “Si rileva un’elevata spesa dell’ente a favore di molte fondazioni, alcune delle quali con rilevanti perdite”. Un occhio al debito del Comitato Italia 150 (“3,8 milioni”), e infine una domanda: “Perché i dipendenti di alcune partecipate del Comune di Torino diminuiscono mentre le spese di personale crescono?”.

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