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Fs cancella cinque treni, più difficile viaggiare nel cuneese

Davide Mazzocco

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Servizio pubblico? Impatto ambientale? Per la politica piemontese le priorità in agenda sono altre: risparmiare, fare cassa, tagliare. E così nel cuneese a partire da domenica 17 giugno spariranno cinque linee ferroviarie. Il consigliere regionale del Pd Mino Taricco aveva sollevato qualche perplessità ma si è trovato a predicare nel deserto e, pertanto, con l’introduzione dell’orario estivo, le linee Cuneo-Mondovì, Alessandria-Castagnole-Alba, Savigliano-Saluzzo-Cuneo, Ceva-Ormea e Bra-Ceva spariranno definitivamente sostituite da un servizio di bus. Il traffico su gomma erode piano piano il territorio di quello ferroviario e si fanno sparire i servizi essenziali di molti per privilegiare le grandi opere a beneficio dei molti.

Spostando il traffico dal ferro alla gomma dovrebbe aumentare la frequenza dei passaggi sulla Asti-Cuneo, l’autostrada conclusa dopo decenni qualche mese fa ma che ancora fatica a decollare. Altro che green economy, insomma, per rilanciare l’economia l’Italia continua a sposare il petrolio: quello dell’asfalto (preferito al cemento che garantirebbe una manutenzione meno costosa, come avviene in Germania) e quello necessario a far muovere gli autoveicoli. E le ferrovie si trasformano progressivamente in rami secchi, magari da asfaltare e da regalare ai ciclisti per lavarsi la coscienza. Quale sarà il prossimo step? La “rimodulazione” dell’orario della Torino-Fossano-Savona e della Torino-Bra. Un primo passo che potrebbe essere preludio a nuovi pullman sostitutivi.