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Cronaca

Uccise prostituta gettandola poi nel Po e scrisse in un manoscritto la trama dell’omicidio

Redazione Quotidiano Piemontese

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I carabinieri di Torino hanno fermato  Daniele Ughetto Pianpachet, con l’accusa di aver ucciso Anthonia Egbuna, una prostituta nigeriana di 20 anni,  trovata morta nel  Po lo scorso 26 febbraio. L’uomo aveva scritto un racconto in cui viene narrato un omicidio che ricorda molto l’uccisione della ragazza.  Nella casa dell’assassinata è stato ritrovato il manoscritto La rosa e il leone, che si conclude con il suicidio del protagonista dopo l’assassinio della prostituta ma la trama con, l’amore per una prostituta, la volonta’ di farle lasciare la strada e il successivo omicidio, sembrano un annuncio, di quanto sarebbe poi realmente avvenuto. 

Secondo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Chivasso,  aspirante scrittore di 34 anni di Giaveno,  laureato in filosofia e con la passione per la Nigeria aveva iniziato a frequentare Anthonia nel febbraio 2011. L’intenzione dell’uomo sarebbe stata quella di far abbandonare la strada alla ragazza ma a questo punto  qualcosa deve essere andato storto.  L’ultimo contatto telefonico tra i due risulta il 27 di novembre scorso. Secondo gli investigatori il giorno dopo Ughetto avrebbe dato appuntamento ad Anthonia a San Mauro Torinese, in un luogo vicino al fiume. Qui dopo aver cercato per l’ennesima volta di convincere la ventenne a stare con lui, l’avrebbe uccisa con oltre venti coltellate spingendo poi il corpo nel fiume. Davanti al gip ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee dicendo di aver frequentato la prostituta ma negando di averla uccisa.Il corpo della giovane nigeriana è stato ripescato solo tre mesi dopo, in avanzato stato di decomposizione e i carabinieri sono riusciti a risalire alla sua identita’ e alla sua storia solo dopo dei complicati approfondimenti scientifici e investigativi. Ughetto e’ stato arrestato lo scorso 16 agosto, al suo rientro da Londra.

Il racconto dell’omidcidio nel manoscritto di Daniele Ughetto Pianpachet

Infine una notte in cui non riusciva a prendere sonno pensando alla sua Anthonia sotto la pioggia, su corso Regina, impegnata a caricare clienti uno dopo l’altro, uno più sporco e lurido dell’altro…La sua Anthonia, proprio la sua Anthonia, la donna che considerava “sua moglie”, l’unica ragione della sua esistenza presente e futura. In quello stato d’animo sofferto e allucinante si sentì come avvolgere da pareti di fuoco, e in quello stesso istante prese la decisione più terribile della sua vita:ucciderla.

La sua uccisione era l’unico modo per preservare intatta la purezza. In questo modo nessuno avrebbe saputo più nulla del mistero di bellezza della piccola Anthonia. Attese un pomeriggio molto piovoso. Sapeva che in quelle condizioni le altre ragazze non sarebbero andate a lavoro ma lei l’avrebbe trovata sola lungo quella strada a proteggersi sotto un ombrello. Non c’era infatti nulla che potesse fermare Anthonia: Avrebbe parcheggiato con calma, le si sarebbe rivolto come se nulla fosse proponendole di seguirlo. Lei si sarebbe rifiutata, visto il litigio della notte prima su corso Regina. Ricordava abcora la sua affermazione: “Nemmeno un pazzo si comporterebbe come te”. A quel punto lui l’avrebbe trascinata dietro i cespugli e strangolata. Poi l’avrebbe caricata in macchina e l’indomani sera seppellita.

Così avvenne. L’uccise e la seppellì in un punto solitario in mezzo ai boschi di Giaveno.

Ma dopo aver completato l’opera si sentì assalire da un’inquietudine profondissima. Ora la sua Anthonia viveva si dell’eterna contemplazione della sua bellezza, ma lui era solo, solo a questo mondo perché la sua unica ragione di vita era in un altro luogo, in un altro tempo. Doveva raggiungerla, unirsi a lei per sempre.

Salì in macchina e raggiunse rapidamente la vecchia casa di campagna. Rovistò sul fienile in mezzo alla paglia, afferrò un fucile da caccia insieme alla cartucciera e tornò da Anthonia.

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