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Economia

Parte l’iter per lo spezzatino e la privatizzazione del CSI Piemonte

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo mesi di discussioni pare che la vicenda del CSI Piemonte sia arrivata a un punto fermo. Pdl, Lega Nord, Verdi Verdi e il Gruppo Misto si sono accordati per un emendamento alla proposta di legge sul “Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell’Information and Communication Technology (ICT)”. In pratica dovrebbe partire l’iter che porterà entro il 30 giugno allo scioglimento del CSI e alla realizzazione di una nuova azienda in cui potranno confluire parte delle attività progettuali e innovative del consorzio. Contestualmente la Regione Piemonte creerà Agenzia per l’innovazione che provvederà all’attuazione, allo sviluppo e alla gestione del sistema informativo regionale.

Spiegano il presidente del Gruppo Pdl Luca Pedrale e il consigliere Massimiliano Motta:  “Entro il 30 giugno 2013 il Csi  previa ricognizione e valutazione delle posizioni attive e passive, quindi, ad esempio, dell’ingente credito che vanta con il Comune di Torino, anche allo scopo di salvaguardare i livelli occupazioni e di valorizzare le competenze e le professionalità presenti, potrà scorporare tutte le proprie attività dirette alla progettazione, produzione e gestioni dei progetti e servizi in una nuova entità costituita in società per azioni, il cui capitale sarà detenuto interamente dal Consorzio e totalmente soggetta al suo coordinamento e controllo. Contestualmente allo scioglimento del Csi, la Regione Piemonte istituirà l’Agenzia per l’innovazione, ente con personalità giuridica di diritto pubblico, posta sotto la vigilanza del Presidente della Giunta regionale. L’Agenzia provvederà all’attuazione, allo sviluppo e alla gestione del sistema informativo regionale, secondo i principi inseriti nel quadro della politica regionale di programmazione in tema di Ict. Le funzioni di acquisizione di beni e servizi in materia di Ict sono di competenza di Scr, la Società di Committenza regionale.Il processo proseguirà con la liberalizzazione e l’apertura al mercato nazionale e internazionale, che potrà anche comportare la sottoscrizione di una quota del capitale della società da parte di soggetti investitori privati, ovvero la totale alienazione della stessa, secondo le modalità e procedure previste dalla normativa vigente”.

Per il Presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa: “Da sempre sono convinto che il dialogo sia la via migliore per superare le criticità, l’accordo con il Pdl e la maggioranza sulle strategie per il rilancio del futuro dell’Ict sono la dimostrazione di questo. Sono quindi soddisfatto della strada che abbiamo intrapreso, frutto della responsabilità e della comprensione della delicatezza di una questione che incide sul domani di molti lavoratori. Auspico che la stessa sensibilità possa trovare terreno fertile nell’opposizione” ,

Secondo il Consigliere Monica Cerutti di Sel: ” Poi presenta una ennesima nuova versione, abbiamo perso il conto del loro numero, del famigerato articolo 3 del suo ddl di Si procederebbe allo spin-off di una parte cospicua dell’azienda, senza criteri, mettendolo sul mercato. La parte rimanente del CSI-Piemonte verrebbe successivamente liquidata e poi trasformata in Agenzia per l’Innovazione, che avrebbe il compito di garantire l’attuazione degli indirizzi programmatici della Regione ed essere punto di riferimento anche per gli enti più piccoli. Siamo esterrefatti. Si dice di voler mettere il CSI-Piemonte sul mercato con una buona dote. Ci sembra invece che venga perseguita solo e soltanto la logica della privatizzazione dell’ente a tutti i costi, senza un piano industriale. Continuiamo a non comprendere come siano stati coinvolti gli altri enti consorziati. E al di là delle smentite dell’assessore Giordano, sulla partita dell’informatizzazione della sanità regna ancora il buio più fitto su quali siano le effettive intenzioni della giunta.”

Per Davide Bono del Movimento 5 Stelle: ” Il CSI verrà progressivamente smembrato (e poi sciolto) in una good company che verrà venduta e una bad company che rimarrà come Agenzia per l’Innovazione, che dovrebbe fare da collante tra i singoli enti che vogliono accedere al mercato dell’ICT. Non accettiamo questa logica di svendere pezzo a pezzo degli asset (e delle competenze) della Regione Piemonte, lungamente sviliti dall’incompetenza e dal familismo della classe politica. Per questo ci opporremmo strenuamente nella Commissione Redigente, da cui uscirà il testo blindato per l’Aula, scelta che abbiamo già contestato”.


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