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Mario Virano premiato come Torinese dell’anno 2012 parla dei NoTav: è solo un pretesto per sostenere e alimentare un conflitto anti-sistema

Redazione Quotidiano Piemontese

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viranoIl presidente dell’Osservatorio sulla Tav, Mario Virano, è stato premiato dalla Camera di Commercio di Torino come Torinese dell’anno 2012. Il premio gli è stato consegnato domenica 24 novembre nel corso di una cerimonia in cui 366 lavoratori hanno ricevuto al Lingotto dal presidente dell’ente camerale, Alessandro Barberis, il premio nell’ambito del premio denominato Fedeltà al lavoro e per il progresso economico, assegnato a coloro che hanno svolto almeno 35 anni di attività imprenditoriale e di servizio presso una stessa azienda. Il premio Torinese dell’anno è stato assegnato a Virano: ”per aver coordinato con equilibrio e autorevolezza la realizzazione dell’asse ferroviario Torino – Lione, avviandone il cantiere, legittimando il metodo del confronto con le istanze locali e privilegiando l’ascolto, senza perdere di vista l’obiettivo strategico della costruzione di un’infrastruttura secondo gli standard europei contemporanei, in grado di contribuire efficacemente alla competitività del territorio e dell’Italia”.

Durante la premiazione  Virano ha parlato del movimento NoTav: . “All’inizio il movimento aveva un forte radicamento nel territorio, esprimeva un forte e direi giustificato dissenso verso un progetto che denunciava forti criticità ambientali. Adesso il movimento No Tav s’è saldato con l’area antagonista che di fatto ne ha preso il controllo. La questione tecnica del Tav sì o no non esiste più, è solo un pretesto per sostenere, alimentare e proseguire sulla strada di un conflitto anti-sistema che ha ormai oltrepassato i confini del Piemonte per estendersi, come una specie di marchio in franchising, in altre situazioni di contrasto, non solo italiane.  Il lavoro dell’Osservatorio è questo di ripartire da zero con un nuovo tracciato che salvaguardia l’ambiente, con lo stesso risultato, cioè quello di guardare avanti, di pensare al futuro dei collegamenti internazionali europei, al loro futuro assetto. Se in Europa ci sono e si stanno realizzando decine di migliaia di chilometri ad alta velocità, nel quadro dei collegamenti fra le grandi e sempre più estese metropoli europee, sarebbe incomprensibile e ingiustificabile che l’Italia restasse ancora una volta indietro, alle prese con un vuoto nei tracciati internazionali. Non è una questione di “modernismo ma di interpretare la realtà economica che si prefigura del prossimo futuro”.

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