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Due biciclette intorno al mondo. Un viaggio su due ruote negli anni Cinquanta per quasi 30mila km. Fotogallery

Redazione Quotidiano Piemontese

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Rolando e Sada in Turchia durante il viaggio in bici attorno al mondoSiamo negli anni Cinquanta a Torino, quando due piemontesi di 29 anni, Valentino Rolando e l’amico d’infanzia Adriano Sada, decidono di compiere un’impresa avventurosa e affascinante: il giro del mondo in bicicletta. Un evento da folli, considerato il lontano periodo, le condizioni geopolitiche di alcuni Paesi e le comunicazioni, ben diverse da quelle odierne. Un viaggio, lento, assaporato, lungo due anni che ha dell’incredibile, descritto, con minuzia di particolari, nel libro “Due biciclette intorno al mondo. Da Torino a Torino 1956 – 1958” edito da Aldo Lazzaretti Editore (Torino 2013). Il libro, a firma dei due giramondi di cui uno 86enne ancora in vita, è scorrevole sin dalle prime pagine, già dalla prefazione a dire il vero, scritto con eleganza e termini, a volte desueti che lo rendono elegante pur se molto semplice, quasi un diario. Affascinante e suggestivo, racconta l’idea di due ragazzi, il progetto, sulla carta ben definito, ma in realtà lasciato alle decisioni del momento man mano che si avanzava di pedale in pedale, il percorso e, soprattutto i Paesi, i mondi visitati. Un tragitto fatto di disagi, cadute, incontri tra popoli diversi che, nonostante tali diversità si dimostrano amichevoli e solidali. 27.936 chilometri con partenza e rientro a Torino, sotto la mole antonelliana, 300 tappe. Dall’Italia verso i paesi dell’Est Europa, la Turchia, l’Iran, l’Iraq, l’India, l’Indonesia, il Giappone, l’America, il Canada, saggiando ogni buca dell’impervio terreno, ogni dosso, ogni ciottolo, ogni foratura delle gomme delle bici.

A bordo dei veicoli solo pochi oggetti, soprattutto quelli per la riparazione delle biciclette, pochi soldi e la speranza di trovare riparo dove capiti, in qualche missione, in piccoli alberghi, nelle case di sconosciuti, ovunque si è accolti. Il libro è ben diviso in base al percorso, alle località visitate ed ha la capacità di mostrare al lettore tutto ciò che i due ciclisti hanno visto e provato.

E’ quasi come se il lettore fosse il terzo compagno di viaggio, con una bicicletta tutta sua, pronto a pedalare accanto a Valentino e Adriano. Aneddoti divertenti, simpatici ma anche culturali rendono piacevolissimo e intenso ogni capitolo e permettono, a chi ha viaggiato di recente in determinati luoghi del mondo, di riscoprire certe abitudini, usanze e tradizioni dei popoli. Singolare il passaggio in cui si racconta come, dopo aver pedalato in India con la sua infinita popolazione che s’accalca ovunque, i due ciclisti non desiderino che spazi aperti e disabitati per andare poi a finire nell’altrettanto popolosa terra nipponica. Molte le difficoltà incontrate lungo la strada, soprattutto per la burocrazia di visti e permessi, ma molte di più le soddisfazioni.

Ciò che traspare, più evidente di qualsiasi altra cosa, è la forza che solo l’incontro tra genti diverse può avere. Quella forza che, in maniera semplice, ti mette in contatto con un estraneo e te lo rende amico con un sorriso, una sigaretta e due biciclette sgangherate. Laddove la lingua non si conosce, può molto una faccia sorridente e una mano tesa verso l’altro.

Un viaggio documentato dalla stampa dell’epoca e da vecchie suggestive immagini in bianco e nero, a corredo del libro, che lo rendono una preziosa testimonianza di un tempo che fu, di un mondo che sta sparendo, di due avventurosi giovani uomini per i quali il mondo era abbastanza piccolo da poter essere percorso in bicicletta.

Info: info@lazzarettieditore.it.

 

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