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Cronaca

Thyssen, lo strazio infinito. Le motivazioni della Cassazione, il dolore e la rabbia dei famigliari

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thyssenE’ la vicenda giudiziaria che più di ogni altra ha coinvolto Torino e i torinesi, da molti anni a questa parte, quella sulla strage avvenuta nello stabilimento Thyssen-Krupp il 6 dicembre 2007. E non è ancora finita: un nuovo capitolo, non l’ultimo, ieri sera, con la sentenza della Corte di Cassazione che annulla in parte quella della Corte d’Appello: i responsabili del rogo in cui persero la vita sette operai non sono rei di omicidio volontario, ma di omicidio colposo aggravato dalla colpa cosciente.
Su cosa si basa questa decisione? Sostanzialmente, i dirigenti dell’acciaieria confidavano che gli operai fossero in grado di bloccare gli eventuali (e frequenti) incendi. Un atteggiamento che denota “una grande sconsideratezza”, ma che comunque testimonia di come la stessa dirigenza sperasse, per quanto in maniera assurda e improbabile, che nessuno si facesse del male, dunque non può aver “voluto” l’incidente e le morti.
Questo non è bastato ovviamente ai famigliari delle vittime, ai bambini rimasti senza papà (c’è chi non l’ha nemmeno conosciuto), alle vedove, ai genitori inconsolabili, che ora urlano il proprio dolore e la propria rabbia con un “Vigliacchi, codardi” all’indirizzo della suprema corte. Ma anche la propria stanchezza per una vicenda che sembra non finire mai; per loro, Harald Espenhahn e gli altri erano e restano “assassini”.