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Cronaca

Vattimo: “No Tav? Sono terrorista anch’io”. E Revelli parla di infiltrazioni mafiose

Redazione Quotidiano Piemontese

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Gianni Vattimo

Gianni Vattimo

“Spirito di persecuzione nei confronti dei No Tav”. Lo ha detto Gianni Vattimo, il filosofo accusato insieme ai due attivisti Luca Abbà e Nicoletta Dosio di falso ideologico. Nell’estate del 2013 Vattimo si era recato in carcere in visita ad un manifestante No Tav e aveva portato con sé Abbà e Dosio, indicandoli come “consulenti”. Questa mattina, entrando nell’aula del Tribunale di Torino ha dichiarato: Io voglio essere assolto dato che è una stupidaggine non ho voglia di perderci tempo. L’idea del terrorismo è un’esagerazione della procura. Allora, forse, sono un terrorista anch’io”.
Nella giornata di ieri, invece, la Procura di Torino ha ascoltato il

docente universitario di Scienza della Politica Marco Revelli, nell’ambito del processo relativo alle giornate del 27 giugno e 3 luglio 2011. Come segnala tgmaddalena.it,  Revelli, teste della difesa, ha dichiarato che, da testimone diretto degli eventi, non ha assistito a “nessun atteggiamento bellicoso, tutt’al più ci si preparava ad una resistenza passiva”, giudicando perciò “improvvido” l’intervento delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti, considerando “l’alto numero delle persone presenti, la composizione, il numero di anziani e donne, la non bellicosità e i danni fisici che avrebbe comportato un attacco frontale. Li considero persone che difendevano il territorio e si opponevano allo sperpero di pubblico denaro”.
Il professore ordinario dell’Università del Piemonte Orientale ha testimoniato anche sui cori “mafia mafia” lanciati dai No Tav all’indirizzo di alcune imprese del cantiere della Maddalena, ricollegabili al processo Minotauro, ma la corte non ha ammesso questa parte.

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