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Fly Torino contro l’alleanza ‘aerea’ con Cuneo: Sinergia Caselle-Levaldigi? Utile solo alla politica

Redazione Quotidiano Piemontese

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levaldigiSi scalda il dibattito sul futuro del sistema aeroportuale piemontese, lanciato dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Molti avevano sollevato subito qualche perplessità, ricordando l’opposizione (politica e imprenditoriale) che dal cuneese arrivò negli anni passati a ogni ipotesi di questo tipo, e anche ricordando le molte e ripetute difficoltà economiche vissute dall’aeroporto cuneese di Levaldigi. Oggi è l’associazione FlyTorino a dire che, in estrema sintesi, non vede alcun vantaggio per Torino Caselle/Sagat in questa sinergia, se non la convenienza ‘politica’. Fly Torino parte da alcuni dati che vogliono mettere a confronto altri ‘sistemi aeroportuali’ regionali italiani. Veneto: 10.579.000 passeggeri, 8.404000 a Venezia e 2.175.000 a Treviso. Toscano: 6.463.000, a Pisa 4.480.00, a Firenze 1.983.000. Emiliano (Rimini, scalo in crisi, non è comprso nel calcolo poiché l’area di riferimento è parzialmente diversa): 6.431.000, Bologna 6.194.000, Parma 197.000, Forlì 40mila. Piemontese: 3.451.000, Torino 3.160.000, Cuneo 290.000. Partendo da questi numeri, secondo Fly Torino: “Non esistono, se non in un’ottica politica, possibili sinergie tra Caselle e Levaldigi. Recenti notizie di stampa hanno riproposto piani (non meglio precisati) di ‘integrazione’ tra gli scali di Torino Caselle e Cuneo Levaldigi, i quali risulterebbero sostenuti dal mondo politico e imprenditoriale (dove sono finite le cordate russe e turche che erano disposte a comprare Levaldigi se avesse ricevuto la concessione ministeriale?). Si tratta, come FlyTorino ha più volte rilevato, di progetti che avrebbero un proprio significato solo in presenza di precise condizioni (dal livello di traffico generato dagli aeroporti alla loro ‘specializzazione’ in determinati segmenti di clientela sino alla sostenibilità economica) che nel caso del Piemonte non sussistono”.
I dati pubblicati, secondo Fly Torino “evidenziano che l’unico ‘sistema’ vero è quello veneto, che a dati economici della società di gestione (SAVE) non paragonabili a quelli delle società piemontesi somma un elevato numero di utenti (oltre tre volte il traffico piemontese) e una specializzazione delle funzioni: Venezia gestisce il traffico delle cosiddette compagnie major, Treviso quello low cost, che non sarebbe posizionabile a Venezia se non saturando l’aeroporto (problema che a Caselle non sussiste dal momento che lo scalo, dopo l’ampliamento per le olimpiadi potrebbe ospitare fino a 6/7 milioni di passeggeri mentre al momento supera di poco i 3). Il dualismo toscano nasce soprattutto da limiti dello scalo di Firenze (sia per la pista che per l’aerostazione) che può accogliere solo aerei piccoli (es. i 737-800 Ryanair non possono atterrare), mentre per quanto riguarda l’Emilia (caso probabilmente più vicino a quello piemontese) si è scelta l’opzione di concentrare il traffico su Bologna: la società di gestione di Forlì, dopo gli immancabili annunci di cordate pronte a rilevarne la proprietà, è ora assoggettata a procedura fallimentare, e Parma sembra anch’esso destinato ad un dimensionamento drastico, senza però che per questo il traffico passeggeri nel complesso generato dalla Regione sia calato (i numeri, anzi, sono estremamente positivi)”.
In conclusione: “Nel caso piemontese, Fly Torino ritiene che una eventuale integrazione tra Caselle e Levaldigi non possa ottenere risultati apprezzabili. Le uniche alternative che vediamo sono il travaso delle risorse di Caselle per coprire le perdite di Cuneo (va ricordato, a questo proposito, che SAGAT ha chiuso il 2012 con una perdita di 1,2 milioni di euro e il 2013 con un utile di soli 0,2 milioni di euro, ragione per cui paiono molto più urgenti azioni per recuperare traffico, come quelle già intraprese da SAGAT), o molto più semplicemente l’accollo da parte della Regione Piemonte, o degli azionisti pubblici o parapubblici che vorranno detenere il controllo di Levaldigi, delle relative perdite. FlyTorino chiede, quindi, al sindaco Fassino e al nuovo Presidente della Regione Chiamparino una pubblica discussione sulla materia, e più in generale l’abbandono di ‘piani di integrazione’, ‘sinergie’ et similia che paiono più motivati da compensazioni in sede politica che da seri progetti industriali”.

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