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Fecondazione eterologa: Piemonte pronto a partire

Redazione Quotidiano Piemontese

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ChiamparinoIl Piemonte si dice pronto a partire con la fecondazione eterologa “made in Italy”, garantendo, così alle coppie desiderose di avere figli, di poterlo fare in Italia evitando quello che, negli ultimi anni, è stato denominato “turismo da riproduzione” che porta migliaia e migliaia di persone all’estero. Nella riunione della giunta regionale di giovedì 28 agosto è stato affrontato il tema della fecondazione assistita eterologa e Sergio Chiamparino, presidente della Regione, ha ribadito la volontà di garantire la piena attuazione della legge, stabilendo velocemente linee guida condivise con le Regioni e con il Governo. Non si conosce ancora una data utile per l’applicazione di linee guida nazionali.

Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa, – commenta Chiamparino – così come deciso dalla Consulta. Dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da regione a regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo. Stiamo lavorando per definire le linee guida da condividere fra tutte le Regioni e sulle quali trovare velocemente un accordo con il Governo. Riteniamo indispensabile inoltre che l’accesso a questa procedura venga inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), in modo che quello alla fecondazione eterologa sia un diritto esigibile da parte di tutti e non solo da parte di chi già ora ne può usufruire.” 

Sul tema si è espresso anche Antonio Saitta, assessore alla Sanità: Premesso che non vi è nessuna volontà di contrastare l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa, riteniamo indispensabile definire quanto prima linee guida comuni per evitare il Far West. Siamo in presenza di questioni non banali, con un rilievo anche sotto il profilo etico, per cui una omogeneità di comportamenti è questione di puro buon senso.

Nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni verrà svolto un lavoro tecnico al fine di definire criteri comuni sui principali aspetti della materia: selezione del donatore (età minima e massima); istituzione di un registro dei donatori (anche al fine di fissare un numero massimo di donazioni); garantire la tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente e viceversa; gratuità della donazione; anonimato e consenso informato; esami genetici e infettivi per i donatori; gratuità della prestazione, (ovvero se debba essere a carico a del SSR o no). L’obiettivo è quello di arrivare a un’intesa di tutte le Regioni su una bozza tecnica di linee guida da sottoporre al ministro Lorenzin, e successivamente adottare come frutto dell’impegno comune tra il Ministero e le Regioni.”

Al momento, in Piemonte sono operativi 12 centri pubblici e 15 privati.