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Il Piemonte come la Scozia: “Vogliamo l’indipendenza dall’Italia”. Gioventura Piemontèisa propone il referendum

Redazione Quotidiano Piemontese

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Jean Michel Novero (al centro) e Carlo Comoli (a dx) di Gioventura Piemontèisa

Jean Michel Novero (al centro) e Carlo Comoli (a dx) di Gioventura Piemontèisa

In Piemonte come in Scozia. Nonostante il referendum del vallo di Adriano abbia visto vincere gli unionisti e venga quindi definito da Carlo Comoli una “moderata delusione”, Gioventura Piemontèisa non molla, anzi, rilancia. L’associazione che da anni si occupa della promozione dell’identità locale (e di cui abbiamo conosciuto tutte le idee in questa video intervista di qualche mese fa) tramite corsi di lingua piemontese nelle scuole della regione, da oggi chiede l’indipendenza del Piemonte. “È evidente che i piemontesi siano un corpo estraneo in Italia – afferma Jean Michel Novero durante la conferenza stampa di questa mattina allo storico caffè Norman di Torino – e che purtroppo siano destinati a scomparire per assimilazione e sostituzione progressiva“. Il messaggio che da anni Gioventura Pièmonteisa cerca di far passare, con il dialogo e non con la violenza, è che “i piemontesi non sono italiani e per questo motivo meritano quantomeno la possibilità di scegliere se continuare a rimanere in una regione che è diventata la pattumiera del nucleare d’Italia, con i morti di Casale che gridano ancora vendetta e nella quale i cittadini non contano più nulla, oppure iniziare a decidere per loro stessi”. L’esempio della Scozia (ma anche le recenti manifestazioni in Catalunya, per fare un altro esempio) è un “messaggio di libertà – spiega Carlo Comoli –. Significa che certe cose si possono fare, non dobbiamo fermarci alle prime difficoltà. Lo Stato italiano sta cercando di riportare il potere a Roma, in netto contrasto con quanto succede nel Regno Unito e in tutta Europa”. Novero lancia quindi il nuovo obiettivo dell’associazione: “Vogliamo innanzitutto il riconoscimento del popolo piemontese come nazione senza stato. Poi, in base al principio di autodeterminazione dei popoli, chiederemo un referendum per l’indipendenza”. Indipendenza che sarebbe però solo il primo passo: “In tutte le nostre iniziative siamo in grande accordo con la Savoia e dopo l’indipendenza del Piemonte, l’idea è quella di riunificare i due territori in uno stato unico, com’era due secoli fa. Uno stato che conterebbe circa 7 milioni di abitanti, più della Svizzera o della Danimarca”. La Savoia è stata recentemente riconosciuta dall’U.N.P.O., l’organizzazione che riunisce le nazioni ed i popoli non rappresentati (come il Kurdistan, Timor Est, Zanzibar e tanti altri) ed ora anche Gioventura Piemontèisa proverà a raccogliere le firme per ottenere questo status. All’incontro erano presenti anche delegati di Lega Nord e Piemonte Stato e lo scopo che Gioventura Piemontèisa si propone è quello di offrire una scelta democratica ai cittadini piemontesi. Nel frattempo, domenica 21 settembre in piazza San Carlo (ore 15,30) verrà commemorata la strage di piemontesi del 1864, episodio in cui i carabinieri spararono su una folla di manifestanti, uccidendone 40. “Invieremo lettere a tutti i comuni d’origine di quei morti per chiedere l’intitolazione di una via in loro nome”.

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