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Non è un hacker, ma è solamente la trasparenza della Regione Piemonte gestita per essere poco trasparente ai cittadini

Redazione Quotidiano Piemontese

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hacker-piemonteIl Consiglio Regionale del Piemonte ha realizzato negli anni dei lodevoli sforzi per dare trasparenza alla sua amministrazione realizzando anche un sito dedicato trasparenza.cr.piemonte.it in cui si sviscerano tutte le informazioni relative a trasparenza – accesso civico – anticorruzione. Un approccio di grande serietà, con grande sfoggio di competenza giuridica. Se però uno segue i link del sito può avere delle sorprese per lo meno curiose se non inquietanti che limitano di molto la trasparenza tanto sbandierata. Ponete di volere informazioni sui Dirigenti della Regione Piemonte e poi cerchiate i loro compensi, in effetti non li trovate esplicitamente ma vi viene consigliato di fare riferimento al loro curriculum.

Motivati cliccate sul link del curriculum e ricevete un messaggio dal vostro browser che il 95% dei navigatori in rete legge come un quasi attacco hacker.

trasparenza-csi
Se usate Firefox le cose sembrano criptiche, ma non catastrofiche:

È stata richiesta a Firefox una connessione sicura con trasparenza.csi.it, ma non è possibile confermare la sicurezza del collegamento. Normalmente, quando si cerca di attivare un collegamento in modalità sicura, il sito web fornisce un’identificazione affidabile per garantire all’utente che sta visitando il sito corretto. Tuttavia l’identità di questo sito non può essere verificata.

Se invece utlizzate Chrome c’è da avere paura

 La connessione non è privata Gli autori di un attacco potrebbero cercare di rubare le tue informazioni (ad esempio password, messaggi o dati della carta di credito) .:Hai tentato di accedere a trasparenza.csi.it, ma il server ha presentato un certificato emesso da un’autorità ritenuta non attendibile dal sistema operativo del computer. Questo potrebbe significare che il server ha generato le proprie credenziali di sicurezza, che Chrome non ritiene attendibili ai fini del riconoscimento dell’identità, o che un utente malintenzionato sta cercando di intercettare le tue comunicazioni.

A questo punto della navigazione buona parte dei navigatori si sono spaventati, qualcuno avrà chiamato l’amico che ne sa di computer, altri avranno dato un’occhiata all’nativirus. In effetti niente di tutto questo: se l’utente ha delle competenze tecniche un po’ più ricercate può capire di non avere una troupe completa di hacker nel computer.

Per ragioni non chiare e neppure motivate cliccando sul link ci sono stati dei passaggi tecnologici, tecnicamente si è utilizzato a un protocollo insicuro a uno sicuro, che ha generato il problema di navigazione che concretamente invece di facilitare la trasparenza la bloccano in maniera brutale.

E come diceva Andreotti a mal pensare si fa peccato, ma spesso si azzecca.

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