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Venerdì la Giornata del Diabete: in Piemonte 275mila persone ne soffrono. Cosa fare?

Redazione Quotidiano Piemontese

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ospedale-sanitaIn Piemonte, sono circa 275mila le persone che soffrono di diabete: il 5% della popolazione. Il 91% di questi sono adulti con diabete di tipo 2, gli altri sono persone con diabete di tipo 1- età pediatrica (circa il 5%), diabete gestazionale, diabete secondario e altri tipi di diabete. Il dato è costante crescita: nel 2010 i pazienti diabetici iscritti al Registro regionale del diabete erano 250.230, di cui l’88% con diabete di tipo 2, con aumento del 10% in quattro anni. Per quanto riguarda le fasce di età: il 2% ha un’ età inferiore ai 30 anni, il 33% un’età comprese fra il 30 e i 60 anni e il 65% un’età superiore ai 60 anni.
Il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale del Diabete: sono numerose in tutto il Piemonte le iniziative organizzate dalle Aziende sanitarie e dalle associazioni dei pazienti per promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce che, insieme a uno stile di vita corretto (alimentazione sana ed esercizio fisico), possono contribuire ad arginare e ridurre le possibili complicanze di questa patologia cronica.
Gli studi compiuti a livello nazionale ed internazionale hanno dimostrato che, oltre ad adeguati stili e comportamenti di vita, il mantenimento costante di un buon compenso metabolico è in grado di ridurre l’incidenza delle complicanze.
La Regione, anche grazie all’attività di stimolo e di promozione svolta dalla Commissione diabetologica, sta cercando di ottimizzare la risposta complessiva del sistema sanitario per la prevenzione, la diagnosi e la cura del diabete con un modello di assistenza è basato su alcune priorità:
– personalizzazione della terapia ovvero agire in modo personalizzato sia sullo stile di vita, sia sulle prescrizioni farmacologiche, sui tempi e sulle dosi di somministrazione
– ottimizzazione del Percorso diagnostico-terapeutico per adattarlo e renderlo appropriato a seconda delle esigenze e della situazione clinica del paziente:
– porre il paziente al centro di un ‘team integrato’ costituito dal suo medico di famiglia, dal diabetologo e dagli altri operatori sanitari coinvolti nel processo di cura (infermieri, dietisti)
Sul versante del diabete in età giovanile, la Regione punta a promuovere l’interazione fra i servizi sanitari e le istituzioni scolastiche che si sono rese disponibili, anche con la sottoscrizione del protocollo d’intesa del giugno 2014, a supportare gli alunni e le famiglie negli impegnativi adempimenti quotidiani connessi all’automonitoraggio e all’autocontrollo della glicemia.
“Il Modello assistenziale di Gestione Integrata del Diabete, avviato in Piemonte fin dal 2008, in linea con i principi e gli indirizzi delineati nel Piano Nazionale della Malattia diabetica, è fondato sul coordinamento e sull’interazione fra il sistema delle cure primarie e il sistema delle cure specialistiche diabetologiche ed ha l’obiettivo di garantire al paziente, in forma appropriata rispetto ai suoi bisogni, tutte le prestazioni necessarie” afferma l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta.
Il percorso, condiviso fra medici del territorio e specialisti attraverso un protocollo di gestione comune, prevede che le persone con diagnosi di diabete vengano visitate dal servizio specialistico per inquadrare lo stato clinico di eventuali complicanze, impostare la terapia nell’ambito del piano terapeutico, informare ed educare il paziente a controllare la malattia.
Successivamente, la persona con diabete è affidata al suo medico di medicina generale, che la incontrerà periodicamente (almeno ogni tre mesi) per i controlli ordinari previsti dal piano terapeutico, nonché per eventualmente adeguare/calibrare la terapia .
Alla scadenza stabilita nel piano (mediamente 1 anno) il medico di base invia il paziente alla visita specialistica diabetologica per effettuare i controlli necessari per ottimizzare il compenso metabolico e per la ricerca precoce delle complicanze, nonché per un aggiornamento educazionale all’autocontrollo della malattia.
In sostanza, nelle fasi stabili della malattia è il medico di famiglia a eseguire i controlli periodici e a calibrare/adeguare la terapia: la fase diagnostica, le fasi più complesse ed i controlli periodici prestabiliti, sono invece di competenza del diabetologo.
Per agevolare la buona funzionalità di questo modello di assistenza, la Regione ha promosso in tutte le Aziende sanitarie l’interfaccia della cartella clinica del medico di famiglia con quella del servizio di diabetologia, per condividere gli stessi dati e le stesse informazioni sul paziente.

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