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Cronaca

Picchiata a sangue davanti al figlioletto. Denuncia il marito, ma poi in tribunale lo difende e lo perdona

Redazione Quotidiano Piemontese

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aula tribunaleLa trascinò per i capelli sul balcone di casa, la picchiò facendola sanguinare, prese il suo viso a calci. Livida e insanguinata, la donna, una marocchina residente a Mondovì, in questo stato, avvisò sua sorella confidandole, al telefono, l’aggressione da parte del marito. Poco dopo, la chiamata al 118 e al 112. La vittima riportò varie ferite, tra cui la frattura del setto nasale. Unico testimone della scena, il figlio di sei anni che, nel frattempo restò a casa della zia materna. I fatti risalgono al 2002 e, nei giorni scorsi, si è svolta la causa in tribunale. Lui, il marito imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni, non si è presentato in aula. Lei, invece si. Secondo la procura, la violenza nei confronti della donna è solo una delle tante che è stata costretta, negli anni, a subire dal coniuge, anche lui marocchino. In tribunale, però la donna ha difeso il marito con cui ancora convive. Non solo, ha sostenuto che il motivo della lite matrimoniale che ha scatenato la furia dell’uomo, lo ha provocato lei stessa perché aveva rifiutato il consenso all’uomo di portare il piccolo in Marocco senza la madre. Non è colpa di lui, quindi se l’ha malmenata. Nonostante i vicini di casa abbiano confermato di aver udito urla provenire dall’appartamento in cui si trovavano i due, di aver visto le condizioni fisiche della vittima dopo l’aggressione, nonostante le dichiarazioni scritte rilasciate dalla sorella della vittima, quest’ultima ha perdonato il marito e al processo, ancora in corso, ha preso le sue parti.

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