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Piemonte

Secondo Dagospia Piero Fassino è oggi il maggior candidato a succedere a Napolitano alla presidenza della Repubblica

Redazione Quotidiano Piemontese

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piero fassinoLa candidatura di Piero Fassino, attuale sindaco di Torino, a presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano, si sta rafforzando in attesa che la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica si riuniscano in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, per l’elezione del Presidente della Repubblica, giovedì 29 gennaio 2015, alle ore 15.00. Le infinite trattative per trovare un candidato comune che non rischi di bruciarsi troppo in fretta e stanno concentrandosi su Fassino secondo Dagospia, solitamente molto informato sulle cose politiche romane. Il sito di Dagostino ha intervistato un anonima fonte che  per 50 anni ha vissuto nelle stanze del potere romano e che ha ancora in quel contesto molti amici che sostiene che la carta coperta in mano ai due bari del Nazareno, Renzi e Berlusconi, al momento è Piero Fassino”.

Scrive Dagospia:

Il suo ragionamento su una possibile candidatura del sindaco di Torino e presidente dell’Anci, il pidiessino Fassino (di Avigliana, classe 1949, sposato con l’ex on. Anna Serafini), sembra avere pure una sua logica. E cosa voleva dire il premier Matteo Renzi quando ha dichiarato che gli sarebbe piaciuto essere “il sindaco degli italiani?”. Aveva in testa Fassino con la fascia tricolore sul petto?

A dare ascolto alle tante voci che girano nella capitale, sarebbero in calo le quotazioni dei dinosauri Giuliano Amato e Romano Prodi. Dall’esilio di Arcore, nelle ultime ore un tormentato Silvio Berlusconi avrebbe spiegato ai suoi più stretti collaboratori di non fidarsi dell’ex Dottor Sottile socialista: “Ha sempre tradito tutti, pure Bettino Craxi”.

Figuriamoci poi cosa pensa (di male) l’ex Cavaliere del Professore bolognese: “Uno che deve le sue fortune politiche alla sinistra Dc. Prodi, Mattarella… Per carità quelli mi hanno sempre avversato prima da imprenditore poi da politico. Nel luglio del 1990 ben cinque ministri demitiani si sono dimessi dal governo Andreotti, il suo sesto gabinetto, per boicottare la Legge Mammì sulle tv. Un provvedimento, a sentir loro, che avrebbe favorito Finivest… E tra i sabotatori c’era Mattarella, oggi seduto alla Corte costituzionale”.

Sale Grissino-Fassino, un metro e novantadue di altezza per 66 chili di peso. Scende la senatrice Anna Finocchiaro. Raccontano a palazzo Madama che la presidente della Commissione Riforme istituzionali si sarebbe “sporcata le mani” nell’iter contestato dell’Italicum. E i ribelli del Pd non sono intenzionati a perdonare l’Anna dei miracoli fin qui ben accetta dai nuovi diarchi, Renzo&Silvio, del “Governo del Marsupio”.