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Cronaca

Il dibattito in Sala Rossa sui fatti accaduti nel Consiglio della Circoscrizione 5 di Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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sala-rossaAnche in Sala Rossa in Comune si è discusso sui fatti accaduti nel Consiglio della Circoscrizione 5 Su richiesta dei consiglieri Chiara Appendino ed Enzo Liardo è intervenuto a fornire comunicazioni sui fatti accaduti nel Consiglio della Circoscrizione 5 l’assessore al Decentramento Gianguido Passoni: “Nel febbraio/marzo 2014 emergevano a mezzo stampa notizie sulla verifica della legittimità di atti compiuti nella Circoscrizione 5, in particolare per quanto riguarda le verbalizzazioni delle Giunte circoscrizionali, i gettoni di presenza e i rimborsi ai consiglieri. Recentemente sono stati recapiti avvisi di garanzia a rappresentanti del Consiglio della Circoscrizione 5 e a un esponente della struttura tecnica. L’ipotesi sarebbe quella di truffa aggravata. L’indagine penale non è ancora conclusa e, se venissero confermati i fatti dolosi, si applicherebbe lo scioglimento anticipato del Consiglio circoscrizionale.

Per questo, il Sindaco e la Giunta comunale stanno avviando un’indagine amministrativa interna e, se del caso, avvieranno l’iter sanzionatorio previsto dallo Statuto cittadino. Già nel marzo 2014, dopo le notizie pubblicate sui giornali, abbiamo inviato una Circolare alle Circoscrizioni sui principi da applicare per una corretta verbalizzazione delle riunioni, gettoni di presenza e rimborsi. E ora si sta verificando se nella Cinque e nelle altre Circoscrizioni vengano applicate in modo corretto e puntuale le prescrizioni contenute nella Circolare”.

Chiara Appendino (Movimento5Stelle): Ringrazio l’assessore Passoni per le risposte, ma mi sarei aspettata un intervento in aula del sindaco Fassino, per capire se avvierà la procedura – come mi sembra doveroso – per lo scioglimento anticipato del Consiglio della Circoscrizione 5. Dobbiamo avviare subito l’iter amministrativo. Sono accaduti fatti di una gravità inaudita: serve un forte segnale politico. Il sindaco deve prendere posizione.

Maurizio Trombotto (SEL): Comprendo la volontà della Giunta di attendere l’esito del procedimento penale, ma non ho dubbi che verrà avviata un’indagine amministrativa interna. I fatti riportati dai giornali – qualora fossero confermati – sono gravissimi: mai mi sarei aspettato una situazione del genere. Ciò non fa che confermare l’urgenza di completare la riforma delle Circoscrizioni.

Enzo Liardo (NCD): Nonostante i fatti risalgano al 2013 e da allora penda questa spada di Damocle sulla Circoscrizione 5, registriamo altre distorsioni, per esempio nella gestione dei centri d’incontro: patrimonio pubblico diventato “cosa loro”. Il regolamento varato dal Consiglio Comunale è stato con arroganza ignorato, approvando atti in contrasto con esso. Nello specifico, non solo continuando a far pagare indebitamente una tessera, ma aumentandone l’importo. Questo è il clima che si respira nella Circoscrizione 5.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): È giusto che lo scandalo scaturito da questa vicenda susciti un dibattito in aula. Tuttavia, non ritengo che si debba commissariare la Circoscrizione per un avviso di garanzia – dato che questi provvedimenti si sviluppano per fasi successive – bensì per le assurde giustificazioni date da quei presidenti di Commissione. Io sono più preoccupato di un’eventuale condanna, segno di cialtroneria amministrativa. Bene l’indagine interna annunciata da Passoni, ma se davvero la Maggioranza cerca la trasparenza predisponga una Commissione d’indagine consiliare, purtroppo mai più utilizzata dopo la vicenda Csea.

Michele Paolino (PD): Probabilmente abbiamo uno scarso livello di informazione sui fatti e allora è bene che la Giunta comunale condivida con il Consiglio tutte le informazioni in suo possesso. Condivido quanto prospettato dall’assessore Passoni. È necessario che noi tutti lavoriamo, senza strumentalizzazioni, affinché l’asticella dell’etica sia messa più in alto possibile, senza gioire degli eventuali inciampi di qualcuno, dei quali si occupa la Magistratura. Ogni volta che facciamo una scelta dobbiamo chiederci se, oltre alla notorietà, che ci può venire da essa non si crei un danno all’Istituzione, perché essa viene prima di tutto.

Andrea Tronzano (F.I.): La questione morale è interna al PD. La smettano di chiederci responsabilità quando hanno distrutto la vita di persone non ancora condannate. L’attacco al centrodestra ha raggiunto livelli inaccettabili: è ora che il Partito Democratico guardi in casa propria. L’auspicio è che le accuse mosse agli assessori della Circoscrizione 5 siano infondate, ma nel frattempo basta con le prediche e il PD si prenda le proprie responsabilità.

Vittorio Bertola (Movimento5Stelle): Sono rimasto perplesso di fronte all’intervento del Capogruppo del PD. Chiederei a tutti i colleghi di mettersi nei panni del cittadino che sente parlare continuamente di scandali politici e di processi a carico di amministratori pubblici; in questo modo le istituzioni vengono delegittimate. I partiti politici, pertanto, potrebbero prendere subito iniziative nei confronti dei membri indagati: casi come questo non sono tollerabili.

Michele Curto (SEL): È giusto sostenere che la difesa delle Istituzioni sia compito di tutti, però mi chiedo se questo debba coincidere con la difesa d’ufficio di tutti coloro che le rappresentano. Tra le persone oggetto di indagine ci sono esponenti del PD e anche di SEL. Sono in alcuni casi figure apicali della politica torinese, a partire da una persona che attualmente è deputata ed era segretaria provinciale del PD mentre sarebbero successi i fatti, con un grande ruolo durante le primarie del 2011 per sostenere la candidatura del sindaco.Esistono anche delle responsabilità politiche: avrei voluto sentire dal sindaco una posizione politica su come viene organizzato e amministrato il consenso. Se i fatti contestati saranno confermati dalle indagini sarebbe cosa estremamente grave, un tradimento profondo della fiducia dei torinesi. Invito ad aprire una verifica amministrativa che veda messi a disposizione del Consiglio comunale le informazioni sui fatti e i documenti, così che si possa valutare l’opportunità di un’indagine conoscitiva del Consiglio.

Silvio Viale (PD): Credo vi siano tutti gli elementi per procedere a una diffida. Lo affermo dopo aver ascoltato la relazione dell’assessore Passoni. Sulla questione in sé, non penso sia possibile fare paragoni con la vicenda della Regione Piemonte che ha visto coinvolti Giovine e Cota: in quel caso la Magistratura ha espresso giudizi definitivi, mentre è ancora in fase di valutazione per quanto riguarda i fatti della Circoscrizione 5.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Sebbene sia totalmente garantista e credo che il Paese non si cambi coi forconi, ma con la ragione, invito Sindaco e vertici del PD a chiedere agli indagati della Circoscrizione 5 di fare un passo indietro rispetto agli incarichi della Giunta circoscrizionale, per ridare così fiducia ai cittadini del quartiere.

Ha concluso il dibattito il Sindaco Piero Fassino: “La circolare diramata dall’assessore Passoni nel marzo del 2014 mostra come il nostro atteggiamento sia stato improntato all’assoluta chiarezza. I fatti oggi contestati sono precedenti a quella circolare e mi auguro che dopo di essa non si siano più registrati episodi analoghi. Sui rimborsi della Circoscrizione 5 abbiamo avviato un’ispezione interna per acquisire ogni informazione utile. La Magistratura, da parte sua, arriverà a delle conclusioni: se saranno confermate le presunte responsabilità sulle quali si sta indagando, assumeremo provvedimenti di carattere sanzionatorio.

Voglio ribadire che, in uno Stato di diritto, le responsabilità penali sono personali: chi ha sbagliato risponde dei propri errori e delle violazioni commesse. E non è interesse di nessuna parte politica sostenere che episodi come quelli sui quali oggi si indaga siano lo specchio della politica nel suo insieme. Sono presidente nazionale dell’Anci, che rappresenta centomila amministratori locali che ogni giorno dedicano passione, competenza, tempo ed energie alle loro comunità: sarebbe ingiusto presentare un’intera platea di amministratori pubblici come una sorta di associazione a delinquere. Difendere l’onorabilità delle Istituzioni e di chi vi lavora è compito di tutti noi. Gli errori di pochi non possono diventare la delegittimazione indiscriminata dei molti”.

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