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Alessandria

Un’incredibile storia: un maresciallo in malattia che fa il medico chirurgo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il sottufficiale dei carabinieri Carmelo Triglia, oggi 56 anni di Alessandria, è il protagonista di una vicenda insolita, che fa discutere e riflettere. L’uomo è stato assente dal suo ruolo di maresciallo capo dei carabinieri, era in servizio a Pavia, per malattia dal 27 aprile 2005 al 21 novembre 2007. La causa, un esaurimento nervoso che gli impediva di svolgere il suo servizio nell’Arma. Ma non di svolgere, nello stesso periodo, il medico, alla casa di cura San Gaudenzio di Novara dove oggi è vice direttore sanitario. Aveva conseguito una laurea in Medicina e chirurgia a Pavia nel 1995 e nel 2003 una specializzazione in Igiene e medicina preventiva. Del suo secondo lavoro non aveva dato comunicazione all’amministrazione della Difesa. E in più, l’Arma nei due anni e mezzo di assenza per malattia gli aveva corrisposto regolarmente gli stipendi e gli aveva mantenuto il posto di lavoro. Una situazione surreale…quando si dice che la realtà supera la fantasia. Ora, il maresciallo medico è stato condannato dalla sezione giurisdizionale per la Lombardia della Corte dei conti a restituire i compensi percepiti in quel periodo…non tutti però. Il dottor Triglia, infatti, dovrà restituire allo Stato solo 42.387 euro degli 89.133 che chiedeva la Procura. La vicenda, all’epoca, venne coperta dal silenzio di tutti, a cominciare dall’Arma. Un brutto segnale.

L’ex sottufficiale, di fronte alla giustizia militare,era stato accusato di diserzione, simulazione d’infermità e truffa ai danni dell’amministrazione militare. Ma l’unico reato commesso, secondo la Cassazione, è la violazione del “dovere di fedeltà ed esclusività del dipendente pubblico”, cioè il non aver comunicato all’Arma dei carabinieri la sua attività lavorativa non occasionale, “che avrebbe comportato la sua decadenza dall’impiego e quindi alla interruzione della sua retribuzione”. L’incompatibilità c’è ed è evidente e nel processo non è stata dimostrata la falsità delle certificazioni prodotte, attestanti la malattia. Nel frattempo il dottor Triglia, congedato definitivamente dall’Arma dei carabinieri, ha proseguito con successo la sua nuova attività di medico. Senza dubbio una situazione assurda che lascia con molte domande.

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