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Il Piemonte è la prima Regione che approva un Codice Rosa contro la violenza alle donne

Redazione Quotidiano Piemontese

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La Regione Piemonte si è adeguata in solo due mesi alle direttive del Parlamento istituendo, grazie all’approvazione del disegno di legge contro la violenza di genere, il Codice Rosa che prevede l’attivazione nelle strutture sanitarie ed ospedaliere del percorso di tutela per le donne vittime di violenza.

La legge di Stabilità 2016 prevede l’istituzione all’interno delle aziende sanitarie e ospedaliere di un “Percorso di tutela delle vittime di violenza” e la formazione di gruppi multidisciplinari finalizzati a fornire assistenza giudiziaria, sanitaria e sociale.

Il disegno di legge numero 142 “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli” prevede di attivare il codice rosa quale codice aggiuntivo al codice di gravità, che rende operativa l’equipe multidisciplinare cui spetta il compito di prendere in carico la vittima. L’equipe sarà formata da ginecologa, pediatra, ostetrica, psicologa, assistente sociale e infermiera. Inoltre grazie alla legge numero 142 le vittime di violenza potranno usufruire dell’esenzione del ticket sanitario.

Infine grazie all’approvazione di questo disegno di legge potrà essere istituito il Tavolo di coordinamento permanente regionale dei Centri Antiviolenza e del Centro Esperto Sanitario, un modo per dare un sostegno ai centri antiviolenza e alle case rifugio e facilitare il confronto, lo scambio di informazioni e la condivisione di esperienze.

A Torino e provincia hanno operato 9 centri antiviolenza che nel 2015 hanno seguito 1381 donne di cui 931 donne italiane e 450 donne straniere. I centri che hanno seguito più casi sono stati Telefono Rosa, con 688 donne (di cui 470 italiane) e Donne e Futuro con 241 donne (di cui 128 di nazionalità italiana e 113 straniere). La fascia di età media delle donne seguite è stata 30-39 anni; immediatamente seguita dalla fascia 40-49 anni. Aumenta la percentuale di donne con figli che è quasi del 95%. La maggioranza delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza di Torino hanno un’istruzione di scuola secondaria di primo grado.

Nelle altre province hanno operato 8 centri antiviolenza che nel 2015 hanno seguito 269 donne di cui 160 donne italiane. Anche in questo caso la fascia di età media delle vittime è compresa fra i 30 e i 39 anni e nel 78% dei casi si tratta di madri. La maggioranza delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza delle altre province hanno un’istruzione di scuola secondaria di primo grado. La provincia di Alessandria è quella con il maggior numero di casi affrontati, ben 141 (77 donne italiane e 49 donne straniere).

Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte è soddisfatta della legge: “Cominceremo presto un giro dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio regionale nell’ottica di sostenere e confrontarci con tutti gli operatori e le operatrici che quotidianamente si danno da fare per sostenere le vittime di violenza. Ci è stato anche chiesto di ampliare le attività a favore degli autori di violenza cosa che in parte già stiamo facendo”.

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