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Eugenio Brunetta d’Usseaux, il piemontese che reinventò le Olimpiadi

Redazione Quotidiano Piemontese

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Per il decennale dei Giochi olimpici invernali a Torino, riemerge dalle nebbie della storia il conte Eugenio Brunetta d’Usseaux, uno dei più importanti dirigenti sportivi italiani di sempre. La sua figura risultò fondamentale nei primi anni del Comitato Olimpico Internazionale, ma un lungo periodo d’immeritato oblio ha fatto sì che la sua importanza fosse cancellata dalla memoria collettiva.

Rampollo di una nobile famiglia francese originaria dell’Auvergne, il conte Eugenio Brunetta d’Usseaux nacque a Vercelli nel 1857. Giunto a maggiore età, sposò Caterina di Zeyffart, giovane nobildonna appartenente a una famiglia russa ricchissima e, forse, imparentata coi Romanov.

Insieme alla consorte ha vissuto gran parte della sua vita nel castello di Mazzè, castello ristrutturato dal conte stesso grazie anche alle finanze della moglie.

Da sempre appassionato di sport, il conte d’Usseaux praticò il canottaggio e l’equitazione. Nel 1889 incontrò il barone Pierre de Coubertin, col quale stringe amicizia grazie al sogno che li accomunava: rifondare le antiche Olimpiadi in chiave moderna.

Dopo l’incontro con de Coubertin, Eugenio Brunetta d’Usseaux entra a far parte del Comitato Olimpico Internazionale, del quale ricoprirà la carica di segretario generale dal 1908 sino alla morte. Il conte d’Usseaux è stato sinora l’unico italiano a ricoprire una carica così importante all’interno del CIO. Durante il suo mandato, si adoperò affinché venissero assegnate alla città di Roma le Olimpiadi del 1908. I suoi piani, però, non si concretizzarono e le Olimpiadi si svolsero a Londra.

Nella capitale inglese, accompagnò con la sua automobile a visionare il percorso della maratona il famoso atleta Dorando Pietri.

Le circostanze delle sua morte sono avvolte nel mistero. Eugenio Brunetta d’Usseaux muore, non si sa se a Parigi o a Nizza, l’8 gennaio 1919. Il corpo doveva essere sepolto a Pinerolo, ma il feretro contenente le sue esequie non giunse mai al cimitero della città, aumentando così l’alone di mistero gravante sulla sua scomparsa.

Tra le ipotesi più plausibili, Eugenio Brunetta d’Usseaux rimase ucciso nel tentativo di organizzare un viaggio in Russia, con lo scopo di accertarsi delle condizioni dei suoi parenti dopo la rivoluzione d’Ottobre.

 

 

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