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15 anni fa moriva Domenico Carpanini, il sindaco mancato della Torino Olimpica

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il 28 febbraio del 2001 fa moriva a 58 anni Domenico Carpanini, vicesindaco di Valentino Castellani e candidato sindaco per le elezioni Carpanini fu stroncato mentre si trovata a un dibattito elettorale nella sede dell’Ascom insieme a Roberto Rosso suo avversario in quella contesa. Dopo la sua morte il centrosinistra designò candidato sindaco Sergio Chiamparino, che poi fu per 8 anni sindaco di Torino.
Il Comune di Torino ricorda Carpanini nell’anniversario della scomparsa con una cerimonia al cimitero monumentale, alle 9,30.

L’articolo di Repubblica che racconta la morte di Carpanini

Il ricordo di Piero Fassino

 

Domenico Carpanini era mio amico. Era un amico fraterno a cui sono stato particolarmente vicino, legati fin dalla giovane età dalla medesima, intensa, passione politica. Era il compagno delle sere di sezione ed era il militante con cui si decideva l’intervento ai comizi: è insieme a lui che ho immaginato iniziative, discorsi, posizioni che ci hanno caratterizzato e che hanno segnato a lungo il nostro agire politico. Perché Domenico rappresentava, della politica, la parte più diretta e concreta. Quella per cui essa è l’arte di fare le cose, di trovare le soluzioni. E secondo quell’idea si è sempre comportato, verificando di persona le richieste e le proposte di una città che amava moltissimo.

Uomo straordinario, di grande intelligenza e spessore morale. Ironico e spiritoso, concreto, con l’intuito che non diventa mai cinismo, con la fiducia che non diventa mai superficialità, la capacità che non diventa maniera. Credeva nelle persone e sapeva che una città è fatta dell’energia che i suoi cittadini le infondono, assume la forma delle richieste che i suoi cittadini le fanno. E a quelle cercava, sempre e comunque, una risposta vera. Credeva nella possibilità di riscatto della sua città, anche quando negli anni Ottanta, la crisi era una dura prova per la politica, non smise mai di pensare che Torino ce l’avrebbe fatta. E i torinesi sentivano quell’amore, corrisposto, come vero e diretto. Intorno alla sua morte, lo ricordo bene, la città si strinse donandogli un abbraccio indimenticabile.

 

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