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Alessandria

Latte, a Cavallermaggiore l’allarme e le ricette per risolvere la crisi

Redazione Quotidiano Piemontese

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Richiamare l’attenzione di tutti gli attori della filiera del latte riportando al centro il confronto tra le parti e proporre soluzioni utili per uscire dalla crisi. Queste le finalità con le quali si è svolto oggi a Cavallermaggiore il convegno “Latte: i conti non tornano. Proposte per fronteggiare l’emergenza”, organizzato da Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino.

L’evento è stato anche l’occasione per presentare uno studio, commissionato dalla Confagricoltura di Cuneo, all’economista agrario Ermanno Comegna sui costi di produzione sostenuti dalle aziende del latte, un’analisi unica nel suo genere a livello nazionale.

“Analizzare quanto pesano i costi di produzione sugli allevatori del comparto latte, capire quali sono le principali dinamiche che riguardano il settore a livello internazionale e, soprattutto, formulare delle proposte concrete; sono questi i principali obiettivi che ci poniamo con questa iniziativa – dice Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Lo studio affidato a Comegna su dati forniti da Confagricoltura Cuneo evidenzia quanto alta sia l’incidenza dei costi sugli imprenditori agricoli del latte, andando così a dare un seguito tangibile alla richiesta di sgravi contributivi e previdenziali per le aziende zootecniche in crisi, che abbiamo avanzato qualche tempo fa al viceministro Andrea Olivero. Riteniamo che sia necessaria una stretta collaborazione tra parte agricola, industriale e politica, a tutti i livelli, per giungere alla definizione di un Piano nazionale di sviluppo del settore, necessario per la programmazione aziendale, che vada oltre le necessarie misure per superare questa fase di emergenza”.
“La situazione è delicata e complessa. Le stalle da latte sono un patrimonio del territorio e non soltanto degli allevatori: per costituire una mandria e renderla produttiva occorrono sacrifici, competenza e passione – dichiara Paolo Dentis, presidente di Confagricoltura Torino -. Dobbiamo evitare che disinteresse e speculazioni di basso profilo distruggano una grande ricchezza: per cambiare un orientamento colturale in campagna bastano poche stagioni, ma quando una stalla chiude ben difficilmente potrà riaprire. Confagricoltura lavora per offrire una prospettiva agli allevatori e per aiutarli a uscire da questa emergenza, consapevole che il percorso sarà lungo e tutt’altro che semplice, ma che se ognuno farà la propria parte con serietà e impegno anche questa volta si riuscirà a trovare una via d’uscita”.

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