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La Regione candida Torino a sede delle finali europee del Bocuse d’Or 2018

Redazione Quotidiano Piemontese

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Proprio negli stessi giorni in cui viene consacrata “capitale mondiale del gusto” grazie a una straordinaria edizione del Salone di Slow Food, Torino lancia una nuova sfida internazionale per consolidare ulteriormente questo suo ruolo: nelle scorse ore è infatti stato presentato, dall’Assessorato alla cultura e al turismo della Regione Piemonte, il dossier di candidatura per ospitare sotto la Mole l’edizione 2018 delle finali europee del Bocuse d’Or, il più importante e celebrato premio di alta cucina, vero e proprio campionato del Mondo del settore.

Il Bocuse d’Or prende il nome dal suo ideatore, il francese Paul Bocuse, oggi novantenne, fra i più grandi chef del XX secolo (3 stelle Michelin per cinquant’anni col suo ristorante a Collonges-au-Mont-d’Or).

Lanciato nel 1987, il concorso biennale propone un format ancor oggi rivoluzionario per l’ambito gastronomico, ispirato al modello dei grandi eventi sportivi, con 24 chef da altrettante nazioni che si confrontano in una spettacolare sfida culinaria, con tanto di pubblico e tifo sugli spalti. La sfida si tiene negli anni dispari a Lione, in occasione del Sirha, grande fiera professionale della ristorazione e della gastronomia, ma dal 2007 è preceduto da tornei di qualificazione continentali, organizzati negli anni pari: Bocuse d’Or Asia-Pacifico, America Latina e, naturalmente, Europa, la cui sede viene invece periodicamente stabilita dal comitato organizzatore.

Torino si candida quindi a essere la sede delle selezioni europee del 2018, dopo che già negli scorsi mesi il territorio regionale si era già avvicinato al Premio, ospitando ad Alba il concorso nazionale per la scelta del rappresentante italiano fra i 20 partecipanti alla finale europea, quest’anno svoltasi a Budapest il 10 e 11 maggio. Fu proprio quella l’occasione in cui una delegazione piemontese avviò i contatti con i vertici del Premio Bocuse, incontro da cui nasce l’odierna candidatura, anche grazie all’adesione al progetto di Città di Torino e Camera di Commercio di Torino, nonché al sostegno offerto dai Ministeri dell’Agricoltura e della Cultura e Turismo.

“Abbiamo voluto cogliere al volo questa opportunità e proporre la nostra candidatura – spiega l’assessore regionale Antonella Parigi – nell’ottica di rafforzare la leadership piemontese nell’ambito enogastronomico, all’interno di una strategia complessiva che ci vede attivi nel connettere sempre più Torino con il resto del territorio regionale proprio su questo tema. Questa potrebbe divenire davvero una grande vetrina per tutto il Piemonte, sia in chiave turistica sia in termini agroalimentari”.

Il Bocuse d’Or va oltre la semplice competizione culinaria, in quanto rappresenta un evento in grado di generare interesse mediatico su scala planetaria, con notevole visibilità e ottime ricadute per la regione ospitante. Anche perché il format della competizione offre una preziosa opportunità per far conoscere ai più grandi professionisti del settore i prodotti del territorio: la gara prevede che tutte le nazioni partecipanti – rappresentate da uno chef, un tutor e un commis – in 4 ore debbano creare un piatto di pesce e, con mezz’ora in più, un piatto di carne, il cui ingrediente di base è comune a tutti gli chef e viene scelto dal comitato organizzatore. Nel caso di Budapest, ad esempio, la carne è stata quella di cervo, mentre il pesce era lo storione, entrambi evidentemente molto legati all’area magiara e, in caso di assegnazione, sarà lo stesso per il Piemonte. Ma anche gli altri ingredienti, scelti dai concorrenti, vengono selezionati all’interno di un paniere che vede protagoniste le produzioni agroalimentari locali, che andranno così a comporre le preparazioni poi valutate dalla giuria composta da dodici chef e un presidente.

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