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Il Comitato SvegliamociBene: Bene Banca deve essere una casa di vetro

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il panorama nazionale delle Banche di credito cooperative è in fermento, in provincia Granda operano ben otto bcc.  Banca d’Italia esorta le Bcc a procedere con solerzia edeterminazione aggregandosi .  Il Comitato “SvegliamociBene” ha voluto fare il punto sulla situazione:

A poco più di un mese dal convegno nazionale organizzato da Bene Banca sulla riforma del Credito Cooperativo, evento che ha trovato molto spazio sulla carta stampata locale e non, pur essendo destinato a pochissimi eletti non necessariamente individuati all’interno della compagine sociale, a Bene Vagienna da qualche giorno corre voce che il CdA abbia dato la pre-adesione per far parte del Gruppo Cooperativo di cui è promotore la Cassa Centrale Banca di Trento.

Un evidente cambio di rotta che stride apertamente con quanto emerso durante il citato convegno e quanto si poteva legittimamente intuire vista la presenza a Bene Vagienna – tra i relatori del citato convegno – del Presidente di Federcasse Alessandro Azzi, dichiarato e fedele promotore di un unico Gruppo Cooperativo sotto l’ombrello romano di ICCREA.

A Bene Vagienna i cittadini non hanno ancora dimenticato le polemiche legate alla prospettata annunciata  ritrattata fusione con la vicina BAM , che di nuovo si parla del futuro della locale bcc.

A parte vivere in un fine settimana di novembre i disagi arrecati alla viabilità cittadina dal blocco del traffico imposto per la presenza di autorità e personaggi di spicco del panorama politico piemontese invitati al convegno nazionale da Bene Banca, ai soci della bcc benese poco o nulla è stato spiegato circa gli ultimi sviluppi della riforma del Credito Cooperativo.

Sviluppi a dir poco bollenti, visto che hanno portato alle recentissime dimissioni dello storico presidente di Federcasse Azzi, dimissioni che seguono di qualche settimana quelle di Rainer Masera dalla guida del Fondo Temporaneo di Garanzia delle Bcc. Dimissioni che sono sinonimo di evidenti problemi nel mondo cooperativo.

E’ ovvio che noi soci vorremmo “conoscere meglio il dispositivo delle norme per capire gli scenari futuri” per usare le stesse parole del Presidente Vietti nel messaggio augurale pubblicato sul giornalino “BeneBanca News” di dicembre; purtroppo al convegno “organizzato” dello scorso 11 novembre non siamo stati invitati, probabilmente perché di “serie B”, non degni della partecipazione, anche se ad onor del vero i pochi eletti – un paio per filiale – non necessariamente erano membri della compagine sociale.

E’ vero abbiamo letto fiumi di parole sui giornali locali, ma i reportage erano orientati più ad intenti di pura pubblicità che ad una spiegazione esaustiva delle discussioni realmente emerse nel convegno. Se, come scrive il giornalino, al Presidente Vietti “va il merito di aver creato sul territorio la prima grande occasione di confronto sulla riforma del credito cooperativo” , noi soci allora gradiremmo che occasioni simili siano concesse anche alla compagine sociale, legittima proprietaria dell’Istituto di Credito.

Già in precedenza, alle riunioni pubbliche sul futuro di Bene Banca più volte convocate nel corso del 2016 dal Sindaco di Bene Vagienna (talvolta concordate con lo stesso Presidente Vietti) il CdA MAI si è presentato, tanto che ad un normale socio della locale bcc nessun dialogo e confronto è stato sinora possibile.

Senza contare poi che, in base alla spiegazione sbrigativamente fornita dal Presidente Vietti in assemblea a maggio in ordine alla precisa domanda sull’esosità dei compensi degli amministratori e sindaci, proprio lo studio della riforma del Credito Cooperativo e dei relativi scenari futuri erano causa di continue sedute consiliari della durata di svariate ore, di intensità tale da inasprirne esponenzialmente i costi, soprattutto se paragonati a bcc limitrofe.

Adesso però è giunto il momento di dire basta !
Basta con questa nebulosità, che nulla ha a che vedere con la tanto decantata trasparenza dei vertici, tale da definire Bene Banca come una “casa di vetro”.

Se di casa di vetro si tratta, allora vogliamo sapere quale futuro attende la nostra Banca; quale polo aggregante sceglierà od ha già scelto il nostro CdA, che forse ha dimenticato di avere ricevuto il mandato dai soci, di cui deve rappresentare e coltivare gli interessi.

Nei corridoi di palazzo e tra gli addetti ai lavori, si vocifera che le Bcc della provincia siano orientate ad aderire al progetto di Cassa Centrale Banca, il polo aggregante di Trento che si è schierato con decisione in alternativa a quello romano di ICCREA.

Dal web si apprende che sono un centinaio le bcc sinora aderenti al Gruppo proposto da Cassa Centrale, che al fine di raggiungere la soglia di capitale minima richiesta per legge (1 miliardo di Euro) dovrà lanciare in gennaio un aumento di capitale di oltre 500 milioni di Euro.

Quanto dovrà sborsare in conto capitale Bene Banca per aderire a tale progetto ?? Queste sono le risposte che si attendono i soci, non le solite frasi di circostanza che nulla lasciano trapelare sul reale stato delle cose. Indiscrezioni parlano infine di una unica Bcc provinciale che pare invece preferire il richiamo della capitolina ICCREA, ossia la BAM di Carrù. Se fosse vero questo confermerebbe ancora una volta la difformità di vedute, che mal si poteva conciliare con la tanto ricercata fusione, al momento accantonata.

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