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Flahmob a Torino della comunità rumena contro la corruzione e il decreto salva corrotti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sabato 11 febbraio si è svolto a Torino un flashmob della comunità della Romania contro la corruzione nel paese dopo che il Governo rumeno ha adottato di notte e con procedura d’urgenzaquello che molti cittadini definiscono il decreto “salva-corrotti”, la OUG n.13/2017.

Il flashmob ha visto una catena umana in Piazza Castello e davanti alla Mole Antonelliana, luoghi simbolo della città di Torino, che mostrava in silenzio la frase: “Coruptia ucide. #Rezist!

Il decreto consente ai politici di eludere i procedimenti penali e depenalizza alcuni reati non violenti, come l’abuso d’ufficio e il favoreggiamento. Rende l’abuso di potere punibile con il carcere solo nel caso in cui fosse stato dimostrabile un danno per lo stato superiore a 44.000 euro.

Secondo i manifestanti

Liviu Dragnea Leader PSD, già condannato a due anni di reclusione per frode elettorale , a dicembre è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. Il processo a Dragnea si è aperto martedì 31 gennaio ed il decreto è stato emanato con procedura d’urgenza qualche ora dopo, in seduta notturna.

La Romania è uno dei paesi più corrotti dell’Unione Europea, di cui fa parte dal 2007. Secondo uno studio del 2016 il 15% dei parlamentari eletti nel 2012 era sotto indagine per corruzione, lo era stato, o si era già dimesso in passato per accuse di questo tipo. Negli ultimi anni centinaia di funzionari e politici sono stati arrestati per abuso di potere e corruzione.

Parliamo delle più grandi manifestazioni nel paese da quelle che nel 1989 portarono alla caduta del regime comunista. Il popolo dice NO alla corruzione giorno e notte davanti alla sede del Governo e in tutte le grandi piazze del Paese. Numerose le proteste anche nelle città europee, e non solo, con maggior numero di residenti romeni.  Klaus Iohannis presidente della Romania, ha promesso di fare tutto il possibile per ‘ripristinare lo stato di diritto’ schierandosi dalla parte del popolo.

Fotografie di Bianca Pascariu e Chiper George