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Cronaca

Nuove accuse alla Yesmoke di Settimo Torinese per le sigarette vendute all’estero

Redazione Quotidiano Piemontese

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La procura di Torino il 13 febbraio ha mosso nuove accuse contro la Yesmoke, l’unica azienda italiana produttrice di sigarette che già nel 2014 aveva visto i suoi fondatori, i fratelli Carlo e Gian Paolo Messina, finire in manette insieme ad altre quindici persone. Le nuove imputazioni riguardano l’aver “promesso o dato denaro o altra utilità” ad agenti delle dogane bulgare, l’altra accusa è di aver simulato la cessione di una carico in Svezia nel 2014, come ha sostenuto il pm.

Nel 2015 il gip aveva rilevato a partire da un’indagine dell’Agenzia delle dogane e del Gico della Guardia di Finanza, come la merce una volta uscita dall’Italia passasse attraverso diversi paesi dell’Europa Orientale in cui veniva ceduta a società inesistenti o che non avevano il capitale necessario all’acquisto, qui cambiava nome per essere venduta ed evadere le spese delle accise e dell’Iva. Si trattò di un’imputazione per l’evasione di 130 milioni di accise e 35 milioni di Iva, secondo i calcoli della Polizia tributaria della Guardia di Finanza. Inoltre, secondo le accuse mosse nei loro confronti ben il 90% delle sigarette prodotte finivano in realtà nel mercato del contrabbando.

Attualmente, vengono messi in dubbio anche i loro commerci in Corea del Nord, ma Carlo Messina replica dicendo che la sua iscrizione al partito dei lavoratori nordcoreano smentirebbe questa accusa. I fratelli Messina sostengono di aver avuto contro le multinazionali del tabacco che avrebbero sabotato il loro business per salvaguardare la loro posizione, infatti le grandi multinazionali del tabacco britanniche, americane e cinesi dominano il 99% del mercato.

La Yesmoke è nata nel 2005 come S.p.a. ma già dal 2000 era l’azienda leader mondiale nella vendita di sigarette online, il suo successo era dovuto alla scelta di produrre sigarette senza additivi chimici, con filtri biodegradabili e tabacchi scelti. Già nel 2012 era stata coinvolta in una vicenda giudiziaria che vedeva l’azienda accusata del mancato versamento al Monopolio di Stato di 2 milioni e 400 mila euro, pagamento che i fratelli Messina non riuscivano ad effettuare a causa del mancato finanziamento di questi soldi da parte della banca.

Sulla loro vicenda è uscito un docufilm dal titolo SmoKings che ricostruisce la storia dell’idea dei due fratelli, film che ha ottenuto un premio al Festival dei Popoli di Firenze nel 2014. L’azienda in questi anni non ha lavorato a pieno regime, ma non ha mai interrotto la produzione di sigarette, infatti sessanta impiegati hanno mantenuto il loro posto di lavoro. Nonostante le ultime vicissitudini, da giugno del 2016 il curatore fallimentare ha promesso che la produzione sarebbe ripresa a pieno regime.

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