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Ambiente

Patto per Torino: Appendino e Chiamparino cercano soluzioni alternative

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il Presidente Chiamparino, il 19 febbraio parlando del bilancio, dichiarava: “Gentiloni non vuole più sottoscrivere patti”, riferendosi ai soldi chiesti dalla Regione  e al “Patto per Torino” su cui si erano ampiamente confrontati la sindaca Appendino e l’ex premier Matteo Renzi che aveva deciso di firmare il patto alla fine di novembre.

Dopo l’uscita di Chiamparino, ieri è arrivata la precisazione della sindaca sul patto: “Non era stata ancora posta la firma al Patto per Torino prima che cadesse il governo Renzi. Con Chiamparino stiamo facendo il possibile perché quella firma venga apposta, non mi sento di dire che non arriverà”.

Già il 6 ottobre del 2016 durante un incontro al grattacielo della San Paolo, la Sindaca aveva parlato dell’idea di ideare un piano per la città simile a quello firmato tra il premier e il Sindaco Sala su Milano però con un indirizzo diverso: le infrastrutture e i trasporti sarebbero stati una parte fondamentale del patto perchè si sarebbero finanziati la linea 2 della metro, il nuovo metrò-tram 3 o il completamento delle due stazioni per la ferrovia metropolitana di Dora e Zapata; un’ altra parte dell’accordo destinata a far crescere la città sarebbe stata l’istituzione di una “free tax area” per attirare investimenti, agevolando in un’area specifica la possibilità d’investire sulla costruzione di stabilimenti industriali attraverso sgravi fiscali.

“Ora il governo è impegnato su altro”, ha puntualizzato la sindaca, che in ogni caso già ad ottobre del 2016 si era recata a Dubai per un cofinanziamento privato soprattutto sul fronte dei trasporti, e proprio in quell’occasione era arrivata la notizia dell’intesa con il Dubai Green Economy Partnership anche su altri tre temi: biomedicina, settore aerospaziale e cibo. Intanto la Regione e Torino potranno contare sui fondi europei di coesione e sviluppo sociale, 711 milioni di euro, nulla a che vedere con la cifra che era stata chiesta dalla Prima Cittadina e dal Presidente all’ex premier, in totale sei miliardi. In ogni caso, si potrà attingere anche ai fondi messi a disposizione dai contratti di servizio con Ferrovie dello Stato e Anas, si tratta di circa un miliardo e seicentomila euro.

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