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Emergenza abitativa: l’incontro tra consiglieri del M5S, cittadini e militanti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il consiglio comunale sabato ha incontrato i cittadini e i militanti che si stanno occupando dell’emergenza abitativa e che hanno sottoposto una lista di venti domande all’amministrazione. Una delle più difficili riguardava il bilancio comunale che i militanti chiedevano fosse esposto dando rilevanza alle spese per il welfare e facendo riferimento al buco di bilancio spesso citato dalla giunta. L’amministrazione ha tentato di spiegare in modo tecnico cosa vuol dire in concreto il vincolo di bilancio e alla domanda sulla possibilità di contestare come Monvimento questo parametro, la giunta ha risposto che a livello nazionale non otterrebbero successo visto che sono solo 34 le amministrazioni comunali pentastellate.

Un elemento di grande criticità si è rivelato il discorso sulle occupazioni che finora hanno rappresentato l’unica soluzione per molte persone che sono state sfrattate: alla richiesta da parte dei miltanti di una sanatoria per tutti gli occupanti, il presidente del consiglio comunale Fabio Versacie ha spiegato che non è possibile indire una sanatoria in primo luogo perchè l’amministrazione non può superare con una delibera amministrativa una legge nazionale, sia nel caso del 610 bis (il cosiddetto sfratto a sorpresa), sia nel caso della legge Renzi-Lupi che stabilisce che chiunque occupi un aloggio abusivamente non possa richiedere nè residenza nè l’allaccio ai pubblici servizi, in secondo luogo, concedere la sanatoria sarebbe un atto che legittimerebbe l’occupazione illegale e abusiva. Secondo il presidente, la soluzione percorribile dovrebbe essere quella di garantire un reddito minimo a tutti in modo che anche il problema dell’emergenza abitativa trovi soluzione di conseguenza. I militanti e gli occupanti presenti hanno ribadito più volte la necessità di risolvere il problema anche escogitando metodi alternativi, per non far rimanere nell’illegalità senza diritti e servizi queste famiglie: non poter richiedere la residenza, impedisce loro di possedere i requisiti per ottenere la casa popolare, mentre per i migranti il problema riguarderebbe anche il permesso di soggiorno, non potendolo aggiornare senza residenza resterebbero clandestini. La giunta ha risposto che sarebbe possibile sistemare in modo temporaneo le famiglie che accusano questo disagio in dormitori e alberghi mentre la requisizione non sarebbe praticabile.

Riguardo il programma di alienazioni e valorizzazioni degli immobili del comune, la consigliera Montalbano ha fatto riferimento alla mozione approvata già il 27 febbraio che prevede, grazie al programma, di poter procedere all’acquisto di case “a sportello” invece che “in blocco” da parte dell’amministrazione per destinare i fondi all’emergenza abitativa: si tratterebbe di investire il 40% per la riqualificazione del patrimonio di edilizia sociale e per l’eliminazione di barriere architettoniche che permetterebbero di assegnare “case libere ma bisognose di manutenzioni importanti”; il 60% potrebbe invece essere disposto per l’acquisto di nuovi immobili.

Un altro punto caldo è stato quello sul welfare, l’amministrazione ha detto che l’ammontare delle risorse da assegnare a questa voce rimarranno uguali a quelle investite lo scorso anno (400 milioni di euro circa) e che durante il prossimo consiglio comunale si parlerà di aumentare il sussidio attualmente offerto alle famiglie bisognose (120/180 euro a testa circa). I cittadini e i militanti hanno contestato questa decisione, secondo loro sarebbe necessario aumentare le spese per il welfare vista la situazione di disagio in cui versano molte famiglie. In effetti, la stessa consigliera Montalbano ha parlato di ben 15000 domande di richiesta per la casa popolare di cui 10000 di aventi diritto e 5000 dei cosiddetti “nuovi poveri”, per questo l’amministrazione vorrebbe rivedere i parametri d’accesso con i fondi a bilancio e ampliarli. Secondo la consigliera, anche temi come quello della sanità o dell’istruzione non sono risolvibili dalla giunta perchè sono regolati da leggi nazionali che l’amminitrazione non può bypassare. Per quanto riguarda il problema della morosità, si potrebbe avviare come ha fatto l’ATC a Settimo Torinese un progetto che preveda di coinvolgere i morosi nella manutenzione degli alloggi e nell’autorecupero in cambio della riduzione del debito di morosità, ma si tratterebbe di una soluzione provvisoria che riguarderebbe una cifra esigua di disoccupati, inoltre esistono mezzi che facilitano questa riduzione senza “lavorare gratis” per l’amministrazione, come sostengono i cittadini e i militanti.

Per le periferie, infine, si è parlato del progetto AXTO, e proprio oggi la sindaca Appendino si è recata a firmare a Roma il bando che pervede di portare avanti progetti per la riqualificazione delle periferie.