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Alessandria

Sono 382 i casi di Tubercolosi in Piemonte nel 2016: continuano a calare

Redazione Quotidiano Piemontese

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Come ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale della Tubercolosi il SeReMi[ diffonde il tradizionale report con i dati della malattia nella nostra regione. In Piemonte la tubercolosi è una malattia a bassa endemia: nel 2016 si registrano 382 casi, pari a un tasso di incidenza di 8,7 casi ogni 100.000 abitanti.

Dal 2000 al 2016, si osserva una riduzione dell’incidenza di tubercolosi (-9 casi in media l’anno), anche delle forme respiratorie (-8 casi in media l’anno), le più rilevanti per la salute pubblica.

Nel 2016, il tasso di incidenza di malattia più elevato (19 casi per 100.000; 85 casi) si registra nei giovani tra i 25 e i 34 anni, valore doppio rispetto a quello osservato nella popolazione adulta.

Malgrado la quota di stranieri sul totale dei casi si mantenga alta (59%, 226 diagnosi nel 2016), la riduzione registrata negli ultimi 15 anni in regione (-15 casi in media l’anno) riguarda anche le persone nate all’estero, prevalentemente originarie di Paesi dove la malattia tubercolare è endemica.

Nel 2016, sono giunti via mare nel nostro Paese oltre 181.000 profughi, accolti nell’ambito del Programma Triton Frontex, con oltre 176.000 presenze sul territorio nazionale.

In Piemonte, gli arrivi nell’anno hanno superato le 10 mila unità e le presenze registrate a fine giugno erano 9.659.

I profughi rappresentano una piccola quota della popolazione a livello nazionale e regionale, ma costituiscono per una serie di motivi un gruppo ad alto rischio di sviluppo della TB attiva: principalmente per la provenienza da Paesi a elevata incidenza di TB e per le drammatiche condizioni di viaggio e di vita che precedono il loro arrivo in Italia.

Dalla metà del 2015, la Regione ha adottato un programma mirato di screening per la ricerca della TB attiva rivolto ai profughi, che ha consentito di aumentare la tempestività delle diagnosi delle forme respiratorie di TB, identificando precocemente anche i casi di tubercolosi meno contagiosi.

Lo scorso anno sono state segnalate 40 tubercolosi respiratorie nei profughi accolti in regione, di queste 35 sono state diagnosticate nell’ambito del programma regionale.

Per ottimizzare la sensibilità e la tempestività delle misure, la Regione ha predisposto, a integrazione delle attività di controllo svolte dalle Aziende sanitarie locali, la centralizzazione dell’esame radiologico del torace rivolto ai profughi, in una struttura dove si concentra il maggior numero degli arrivi dei migranti.

Il compito è stato affidato alla Radiologia domiciliare del presidio Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino e al SeReMi dell’Asl di Alessandria: il servizio sarà realizzato nel centro polifunzionale della Croce Rossa di Settimo Torinese e le attività saranno avviate entro la fine del mese di aprile.

Per la Giornata mondiale della tubercolosi del 24 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità invita i governi, le comunità e la società civile a unirsi per sconfiggere la tubercolosi riproponendo lo slogan: “Unite to end TB”.

Quest’anno l’attenzione è posta, in particolare, sull’importanza di unire gli sforzi per “Leave No One Behind”, attraverso la promozione di azioni per contrastare lo stigma, la discriminazione, l’emarginazione e superare le barriere di accesso alla cura.

A livello globale, il peso della malattia tubercolare resta elevato, nonostante il trend in diminuzione registrato dal 2000 al 2015.

L’OMS stima che si siano verificati circa 10,4 milioni (142 casi per 100.000 abitanti) di nuovi casi di tubercolosi nel mondo; la mortalità è diminuita del 22% dall’inizio del nuovo millennio, ma la TB risulta ancora tra le 10 principali cause di morte. Gli ultimi dati disponibili riportano 1,8 milioni di decessi, di cui 400 mila in soggetti HIV positivi.

La lotta alla tubercolosi rientra tra le azioni prioritarie dei programmi regionali di contrasto alle malattie infettive. Le misure messe in atto per la prevenzione, il controllo e la cura della tubercolosi hanno contribuito a mantenere bassa l’incidenza della malattia nella nostra regione.

Tra le misure previste rientrano le attività di sanità pubblica che permettono di interrompere la catena di contagio, la diagnosi e i trattamenti tempestivi delle persone malate, garantiti nel rispetto degli standard internazionali dai Centri specializzati presenti sul territorio.

Qui di seguito il report integrale

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