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Bloccata dall’ANAC la procedura di privatizzazione del CSI Piemonte, si dimette il cda e non c’è un piano alternativo per il futuro del consorzio

Redazione Quotidiano Piemontese

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La situazione del CSI Piemonte sembra precipitare dato che il piano di sua parziale privatizzazione attraverso la cessione di un ramo d’azienda del consorzio ad un partner privato. si è arenato per il pronunciamento dell’Anac, l’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone che ha dato parere contrario alle procedure messe in atto dal Consiglio di Amministrazione.

Dopo aver ricevuto la comunicazione tutto il cda si è dimesso e nel momento della difficoltà il consorzio si trova di fatto decapitato, l’ipotesi che i dipendenti temevano di più e contro cui hanno manifestato nei giorni scorsi.

Il problema è che per salvare CSI tutti davano per scontato la transizione che era stata pianificata da soci e politica ed ora bocciata dall’Anac. Ora occorre un piano diverso e nessuno lo conosce.

La politica regionale ha iniziato a schierarsi dopo il pronunciamento dell’ANAC e la comunicazione del cda del CSI. M5S Piemonte e Forza Italia hanno chiesto esplicitamente le dimissioni dell’assessore De Santis.

Il Comunicato del CSI Piemonte

Il Consiglio di Amministrazione del CSI ha preso atto delle conclusioni fornite dall’ANAC ai quesiti posti. Nel rigoroso rispetto istituzionale dei ruoli, non condivide il merito di tale parere né con riguardo ai prospettati vincoli esistenti nella legge istitutiva del Consorzio e nello Statuto vigente né alla presunta inosservanza della normativa e giurisprudenza sulle società “in house”.

Precisato tale aspetto, nel sottolineare che il parere dell’ANAC non era obbligatorio né ha carattere vincolante e che inoltre si tratta di questioni giuridiche legate a possibili, legittime diverse interpretazioni, il Consiglio di Amministrazione ritiene comunque doveroso ridare la parola ai Consorziati, convocando al più presto l’Assemblea del Consorzio per le decisioni da assumere alla luce del parere dell’ANAC.

Il mandato conferito al Consiglio di Amministrazione era quello di verificare se ci fosse un mercato e se fosse disponibile a partecipare ad una gara per la valorizzazione di alcuni asset del Consorzio. Proprio per la peculiarità e complessità intrinseca del settore dell’ICT, era stata scelta la procedura del dialogo competitivo così come disciplinata dal nostro ordinamento.

La finalità, lo si ribadisce, era quella di capire se ci fossero e a quali condizioni contrattuali, dei privati interessati a sviluppare progetti industriali mirati alla salvaguardia e sviluppo delle competenze del Consorzio.

Alla luce del parere dell’ANAC e rimettendo ogni decisione in merito all’Assemblea dei consorziati, il Consiglio di Amministrazione ritiene il suo compito esaurito lasciando all’Assemblea la più ampia libertà per individuare le soluzioni giuridiche ed organizzative, anche di governance adeguate per dare un futuro certo e sostenibile al Consorzio.

Le dichiarazioni di Sergio Chiamparino e dell’assessore alle Attività produttive Giuseppina De Santis:

Abbiamo ricevuto ieri pomeriggio il parere di Anac, che sostanzialmente conferma quello formulato in risposta al quesito avanzato dal Comune di Torino qualche settimana fa. Ne prendiamo atto con rispetto. È chiaro, peraltro, che la posizione espressa da Anac non risolve il problema industriale del Csi. Anzi. Approfondiremo ulteriormente, disponibili a valutare altre proposte, se arriveranno dagli altri soci, ben sapendo che, come lo stesso parere di Anac sottolinea, la strada di massimizzare gli affidamenti, visti gli obblighi di legge di verificare la congruità degli importi e di ricorrere a Consip o ad altri soggetti aggregatori, non è percorribile.

Le dichiarazioni dell’assessore del comune di Torino Paola Pisano

Abbiamo appreso del nuovo parere rilasciato dall’ANAC in merito alla procedura in corso delCSI. Con questo atto vengono confermati per la seconda volta tutti i dubbi sulla legittimità della procedura che, più volte, avevamo avanzato sin dal nostro insediamento.

Crediamo che l’efficienza della macchina comunale – aggiunge Pisano – debba passare necessariamente da una riorganizzazione in particolare dei servizi informatici e che il CSI costituisca un importante bagaglio di esperienze e competenze. E’ nostra intenzione chiedere agli altri soci di incontrarci a breve per identificare quali possano essere a questo punto le procedure utilizzabili seguendo le indicazioni ANAC e la normativa attualmente in vigore.

I dipendenti del CSI al TG3 Piemonte

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