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Cultura

Buio Luce e Meraviglia, l’eterea poesia di Alice Serafino in una personale a Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Buio Luce e Meraviglia” è la personale di Alice Serafino che si inaugurerà giovedì 8 giugno (e sarà aperta fino all’8 luglio) alla Elena Salamon Arte Moderna, piccola ed elegante galleria nella centrale piazza IV marzo, a Torino.

L’arte di Alice molto assomiglia a quella del danzatore. Dietro la semplicità dei suoi lavori si nascondono la ricerca meticolosa, lo studio appassionato e la sperimentazione testarda. A ispirare la sua opera è stato Man Ray che, in piena sintonia con il pensiero dadaista, rinunciò alle tecniche tradizionali utilizzando materiali e procedimenti in maniera non convenzionale. Allo stesso modo Serafino realizza i suoi capolavori in un laboratorio, un non-luogo, fatto di cianotipie e rayografie dalla fortissima eleganza poetica.

In un mondo dominato dal digitale dove fare fotografie, modificarle e condividerle in tempo reale è consuetudine, Alice Serafino utilizza tecniche analogiche, camera oscura, bacinelle, lavaggi e acidi – dove l’errore non può essere riparato con un click – riscoprendo il piacere della lentezza e dell’attesa. Il suo lavoro è nutrito dalla pazienza, dalla tenacia, dal legame quasi carnale per ciò che raccoglie, sceglie, conserva e protegge in attesa che prenda vita sulla carta fotografica o nel blu delle cianotipie.

“Con la sensibilità e l’emotività di una poetessa, la curiosità e lo stupore di una bambina, Alice scommette sulla grandezza del piccolo, sulla forza del fragile, sulla luce del buio – sottolinea Elena Salamon, responsabile della galleria e curatrice della mostra -. La danza immobile di un filo d’erba, un seme di lunaria, una farfalla, un germoglio di bambù diventano racconto, movimento, voce, poesia. La musica sottile delle sue opere conduce in un tempo sospeso, lontano dal frastuono, dove inaspettati mezzi di trasporto come un seme di tarassaco-ombrello, una piuma-zeppelin o dispiegate ali di farfalla accompagnano viaggiatori estemporanei in paesaggi che sanno di meraviglia”.

L’artista si esprime destabilizzando l’immagine attraverso il frapporsi di micro-installazioni dove luci e ombre dall’immaginario fluiscono creando una narrazione, un linguaggio fatto di staticità capace di fissare l’attimo che fluttua nell’etere.

Nella camera oscura, infatti, l’energia creativa di Alice si condensa in una fiaba dal profumo pittorico che, stampa dopo stampa, immagine impressa dopo immagine impressa, racconta una storia. Celata dalla semplicità delle realizzazioni Alice Serafino dirige l’attenzione oltre l’immagine della materia reale, fissando quegli attimi di vita in teche affinché si possano preservare dal deterioramento mentale.

“Il mio amore per la natura deriva da ciò che vedo e vivo da quando sono nata – afferma Alice Serafino -. Mio papà è biologo e grazie a lui, da sempre, ho a che fare con piante e insetti con i quali, crescendo, ho trovato il mio modo di lavorare: da piccola costruivo erbari, oggi realizzo rayografie”.

Alice è alla continua ricerca di fiori, piante e insetti delicatamente raccolti, già senza vita, e fatti rinascere grazie alla sua creatività e alla luce del sole. Luminosità che ancora oggi è determinante per realizzare le cianotipie.

La cianotipia è una tecnica di stampa a contatto, mediante raggi UV, risalente alla metà dell’800, l’agente sensibile è un sale del Ferro trivalente che viene ridotto, in presenza di luce UV, a bivalente. Nel caso della Cianotipia i composti in gioco sono: il Ferro Ammonio Citrato e il Potassio Ferricianuro. Durante l’esposizione alla luce si viene a formare il Ferrocianuro Ferrico (Blu di Prussia) che rimane intrappolato nelle fibre della carta per formare un’immagine che ricorda l’acquerello seppur riprodotta con i mezzi e le idee della fotografia primordiale di metà Ottocento.

Le opere in mostra alla Elena Salamon Arte Moderna parlano del background personale di Alice Serafino, della sua passione per i liquidi e per le attrezzature della camera oscura, fino a creare una commistione con gli studi all’Accademia delle Belle Arti.

All’interno della galleria di piazza IV Marzo, che da sempre seleziona stampe originali dell’Ottocento e del Novecento con qualche escursione nell’arte contemporanea e nella fotografia, si potrà ammirare una selezione dei lavori, tutte opere uniche realizzate in camera oscura con la tecnica e la chimica della stampa. Nessun apparecchio fotografico, nessun negativo da riprodurre, solo oggetti.

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