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Il Sesia-Val Grande Geopark sotto esame per la riconferma UNESCO

Redazione Quotidiano Piemontese

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Si è conclusa sabato 12 agosto la fase di verifica sul campo finalizzata alla riconferma del SesiaValgrande Geopark – riconosciuto tra i geoparchi europei nel 2013 e divenuto Unesco Global Geopark nel 2015 – all’interno della rete globale dei Geoparchi patrocinata dall’UNESCO.

A condurre l’ispezione, due geologi incaricati dall’UNESCO: il cinese Qingcheng He dell’Accademia Cinese di Scienze Geologiche di Pechino e la norvegese Mona Holte del Gea Norvegica Geopark. Per assicurare l’elevata qualità della rete UNESCO Global Geoparks, infatti, tutti i Geoparchi vengono sottoposti, ogni quattro anni, ad un processo di rivalidazione, che prevede l’assegnazione di una “carta verde” nel caso in cui le linee guida siano state rispettate e la qualità della gestione del Geoparco sia stata mantenuta o addirittura migliorata, mentre è prevista una “carta gialla”, valida due anni, nel caso in cui vengano riscontrati dei discostamenti rispetto alle direttive UNESCO.

Nei cinque giorni di permanenza, gli ispettori hanno percorso il vasto territorio del Geoparco dalla Valsesia al confine svizzero, passando attraverso il Parco Nazionale, per visionare le diverse iniziative e infrastrutture realizzate in questi primi quattro anni di attività, ma anche prendere visione di alcuni progetti in itinere quali l’ingresso nel Geoparco del territorio di Baveno per le sue valenze legate al granito rosa, il suggestivo percorso geologico a lago tra i castelli di Cannero e Cannobio, le attività scientifiche e didattiche presso l’Istituto Angelo Mosso, ai quasi 3.000 metri di quota del Passo dei Salati sul Monte Rosa.

Notevole lo sforzo organizzativo del team tecnico-scientifico e gestionale del Geoparco che ha accompagnato gli ispettori e contribuito alla buona riuscita del tour di visita; il team, coordinato da Enrico Dellarole, Presidente dell’Associazione Sesia-Valgrande Geopark – che va ora a sostituirsi nella denominazione all’Associazione geoturistica Supervulcano della Valsesia – oltre al fondamentale sostegno dei componenti dell’Associazione, degli Enti, dei Comuni e delle Unioni Montane coinvolte nel controllo, ha visto la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e del Prof. Silvano Sinigoi dell’Università di Trieste, che ha illustrato la teoria del Supervulcano della Valsesia, di cui è tra gli scopritori.

Varie e diversificate le occasioni di incontro e visita sul territorio, non ultime quelle con i diversi amministratori e stakeholder locali: per la parte didattica e divulgativa sono stati visitati il Museo del granito “Granum” di Baveno e l’Ecomuseo di Montorfano, il laboratorio geologico di Gurro e il Museo di Malesco, oltre all’Info Point del Supervulcano a Prato Sesia e le sale tematiche sulla nivologia, glaciologia e pedologia all’Istituto Mosso; per la parte escursionistica i nuovi sentieri geologici della Val Cannobina e quello glaciologico dell’alta Valsesia; per le iniziative temporanee la mostra sui 150 anni del CAI Varallo, i “ciottoli raccontano” dedicata alle litologie dei fiumi Toce e Sesia al castello di Vogogna, e “Percorsi trasversali”, la mostra d’arte diffusa su legno e pietra a Mergozzo.

Alla conclusione dei lavori i commissari hanno apprezzato e riconosciuto lo sforzo svolto in questi anni; oltre alla valutazione complessiva del “sistema” Geoparco e dell’entità della scoperta del Supervulcano della Valsesia, i geologi hanno esaminato tutto il sistema informativo, divulgativo e di promozione, l’accessibilità dei geositi e la ricaduta effettiva del Geoparco sulla comunità locale attraverso diversi risvolti, da quello turistico a quello economico-sociale, da quello didattico educativo a quello del progresso nella ricerca scientifica. Molto complesso è infatti il concetto stesso di Geoparco, che si presenta di fatto come una realtà costituita da numerose e differenti componenti, che, lavorando in sinergia, presentano una notevole potenzialità di sviluppo per la comunità locale.

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