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Ambiente

Sono 150 i volatili recuperati e salvati dal Servizio Aree Protette

Redazione Quotidiano Piemontese

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Gli uomini del Servizio Aree protette della Città Metropolitana di Torino sono nuovamente intervenuti per restituire la libertà ad alcuni piccoli volatili detenuti illegalmente. L’ultimo in ordine di tempo è stato un Cardellino (“Carduelis carduelis” il nome scientifico), passeriforme appartenente alla famiglia dei Fringillidi. ll ritrovamento e la liberazione dell’uccellino ha consentito di scoprire un sistema di operazioni ed iniziative illegali molto ampio.

L’uccellagione, cioè la pratica di catturare con reti e trappole gli uccelli selvatici, pur essendo vietata su tutto il territorio nazionale dal 1992 non è affatto diminuita, come dimostrano le numerose attività di polizia giudiziaria condotte dagli agenti della Città Metropolitana, anche a supporto dei Carabinieri Forestali. Sono oltre 150 gli uccelli recuperati e liberati negli ultimi anni nel territorio della Città Metropolitana di Torino. Si tratta di cardellini, fringuelli, lucherini, verdoni, frosoni, ciuffolotti, peppole e zigoli muciatti. Alcuni esemplari appartengono a specie minacciate di estinzione e per questo motivo protette da convenzioni internazionali. Le perquisizioni effettuate da personale della Città Metropolitana hanno inoltre consentito di sequestrare numerosi mezzi di cattura illeciti e di far emergere un giro di ricettazione che coinvolgeva anche le province Biella e Cuneo. I reati contestati sono, oltre all’uccellagione, l’esercizio non autorizzato di allevamento di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale, la detenzione di mezzi di cattura espressamente vietati, la contraffazione degli anelli inamovibili da applicare ai pulli entro il quindicesimo giorno di nascita e il furto ai danni dello Stato, essendo la fauna selvatica suo patrimonio indisponibile.

Elisa Pirro, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla vigilanza ambientale e alla tutela della fana e della flora, sottolinea che “tutte le denunce di reato inoltrate alla Procura della Repubblica si sono concluse con un patteggiamento o una condanna, a riprova dell’ottimo lavoro investigativo condotto dai nostri agenti”.

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