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Cronaca

Vigilanti nella sala d’attesa della stazione di Bardonecchia per evitare i bivacchi dei profughi in fuga, I No Tav accusano le Ferrovie di razzismo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo la notizia che la sala d’attesa della stazione di Bardonecchia, per decisione delle Ferrovie, sarà presidiata da personale di vigilanza, per tenere sotto controllo il novero di migranti che affollano i locali dell’edificio,  i No Tav accusano le Ferrovie di razzismo.

Spiegano i No Tav, in un articolo dal titolo  “Sei nero? In stazione a Bardonecchia non entri lo dice RFI”:

“A volte  –  si pensa che il razzismo sia lontano da casa o ad opera dei politicanti in cerca di voti… Poi basta prendere un treno, attraversare una stazione e si scopre che ben di peggio si sta sviluppando all’interno dei nostri territori e nella nostra vita quotidiana”.

“Apriamo i quotidiani (l’articolo è comparso su La Stampa, ndr)  di prima mattina – continuano – ed ecco la schifosa notizia “La sala d’attesa della stazione ferroviaria di Bardonecchia da oggi sarà presidiata da personale di vigilanza … per cercare di tenere sotto controllo l’assedio quotidiano di migranti che affollano i locali dell’edificio … per le Ferrovie la presenza continua di profughi all’interno della stazione rappresenta un problema di sicurezza per i ferrovieri in servizio e un «disagio» per i passeggeri in attesa dei treni per Torino”.

E continuano:

Tutto questo per mano di RFI rete ferrovie italiane, la stessa che nel medesimo territorio vorrebbe costruire la nuova linea tav Torino Lione. Spostare velocemente le merci e le persone dall’Italia alla Francia, ma non tutte. Quelle di serie A sì, quelli colorati e sfigati no. Quelli che hanno il potere e i soldi sì tutti gli altri no. Una rete ferrovie che di fronte al prefetto e alle richieste del comune di usare dei locali in stazione vuoti ormai da anni per ospitare i migranti si dichiara contraria avvalendosi della sua struttura aziendale di diritto privato. La stessa RFI che invece munge soldi alla regione, ai ministeri, all’Europa e ai pendolari viaggiatori per le sue infrastrutture e i suoi treni dichiarandosi azienda di diritto pubblico e di interesse pubblico.

 

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