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Lavoro

Cooperative torinesi: stato di salute e prospettive

Redazione Quotidiano Piemontese

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Presentati da Camera di commercio di Torino, con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, i dati 2017 sulla natimortalità delle imprese cooperative torinesi e i risultati di un’indagine sul clima di fiducia nel 2018.

“L’universo delle cooperative torinesi, con quasi 1500 realtà attive e 46 mila addetti, conferma in questi ultimi tre anni una sostanziale tenuta, dopo i cali registrati tra il 2010 e il 2014: si tratta infatti di imprese solide, per la gran parte longeve, anche se più della metà non supera i 500mila euro in termini di valore di produzione – ha osservato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Nel panorama complessivo, spiccano le imprese di servizi alla persona, che occupano oltre il 40% degli addetti e registrano nell’ultimo anno un +4,8% di aumento di consistenza, grazie soprattutto alle attività di assistenza sociale non residenziale”.

Giancarlo Gonella, Presidente di Legacoop Piemonte ha così commentato i dati presentati: “Le imprese cooperative anche in Piemonte, e anche in questi anni di crisi, hanno saputo rispondere alle sfide imposte dal mercato con la difesa dell’occupazione e con la presenza in tutti i settori dell’economia piemontese sperimentandosi in nuovi mercati. Nonostante le continue difficoltà in alcuni comparti come in quello delle costruzioni, i dati dimostrano la fiducia nello strumento cooperativo come risposta ai bisogni di lavoro e salvaguardia delle competenze. Esempio concreto è il fenomeno dei workers buyout: imprese in crisi salvate dai lavoratori dando vita a cooperative”.

Come sottolineato da Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord: “Il lavoro in cooperativa è a tutti gli effetti la proposta non assistenziale per porre un argine all’aumento della soglia di povertà. L’autoimprenditorialità associata dà una opportunità concreta a molte famiglie e anche a coloro che, in altro modo, non avrebbero accesso al mercato. La collaborazione tra tutti gli attori locali può agevolare questi processi imprenditoriali virtuosi e inclusivi attraverso scelte politiche e culturali adeguate al loro sviluppo”.

A fine 2017 risultavano 1.452 sedi di società cooperative attive nella provincia di Torino, l’1,8% del totale nazionale, per complessivi 45.810 addetti, nel 48% dei casi impegnati nei servizi alle imprese e nel 41,5% nei servizi alle persone. Rispetto al 2016 si evidenzia un leggero calo della consistenza (-0,5%; -7 unità), ma dall’analisi di lungo periodo emerge un sistema cooperativo in consolidamento; se dal 2010 al 2014 si è assistito infatti ad un progressivo calo, nell’ultimo triennio la consistenza è rimasta pressoché stabile.

Una cooperativa su due (51%) realizza un valore della produzione inferiore a 500 mila euro mentre solo il 4% genera ricchezza sul territorio per oltre 10 milioni di euro. Tra le cooperative con maggiore valore della produzione prevalgono quelle impegnate nei servizi alle persone.

Pur rappresentando solo una piccola parte del tessuto imprenditoriale torinese, il mondo della cooperazione manifesta una maggiore longevità rispetto alle restanti forme giuridiche torinesi (società di capitali, società di persone, imprese individuali, altre forme): il 17,3% delle cooperative si è iscritto nei registri camerali prima del 1989 a fronte del 11,3% del resto del tessuto imprenditoriale.

Settori di appartenenza e andamento

Disaggregando le imprese per settori di attività, nel 2017 le cooperative appaiono maggiormente impegnate nei servizi alle imprese (il 45,2% del totale) e nei servizi alle persone (il 23,8%). A seguire l’edilizia (il 9,5%) e l’industria manifatturiera (il 7%).

Rispetto al 2016, si assiste ad una flessione più o meno marcata di quasi tutti i settori ad eccezione dei servizi di alloggio e ristorazione (il 3,4%; +8,9%) e dei servizi alle persone (+4,8%) dove, nello specifico, a contribuire alla crescita sono state le attività di assistenza sociale non residenziale (servizi di assistenza sociale, aiuto ai profughi ed immigrati, assistenza a favore di famiglie ecc.). Queste realtà, che rappresentano il 16,5% dei servizi alla persona, sono cresciute rispetto al 2016 del +14% rispetto al 2016. Stabile, invece, l’assistenza sociale per anziani e disabili, in calo i servizi di asili nido (il 2,5% del settore; -25%).

Dimensioni e caratteristiche

Se si considera la dimensione aziendale, in considerazione della disciplina normativa che prevede un numero minimo di soci, fra le società cooperative è più ridotto il peso della micro dimensione, rispetto alle altre forme giuridiche (il 65,8% a fronte del 95,7%), mentre risulta una maggiore presenza di piccole imprese (il 23,8% ha fra i 10 e i 49 addetti, a fronte del 3,7% delle altre forme giuridiche) e medie imprese (la quota fra 50 e 249 addetti è pari all’8,8% rispetto allo 0,5%).

In base alla suddivisione territoriale per zone omogenee[1], le società cooperative risultano soprattutto Torino – centriche (il 58,8% del totale nel 2017); al di fuori di Torino città, la prima cintura torinese è l’area dove le cooperative sono maggiormente localizzate per sede legale, in particolare nei comuni dell’Area Metropolitana Sud (il 6,7%) e in quella Ovest (il 5,6%). Moncalieri si conferma il primo comune, dopo Torino città, per presenza di imprese cooperative (il 2,3% delle cooperative provinciali), seguito da Ivrea (il 2,1%) e Pinerolo (il 2%).

Guardando le componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese, le imprese femminili nel 2017 rappresentano il 25% delle cooperative attive sul territorio, le cooperative straniere (il 7%) e quelle giovanili (il 5,6%). Se la componente straniera, al pari del trend evidenziato dall’intero tessuto imprenditoriale torinese, incrementa rispetto al 2016 (+6 unità; +6,3%), le cooperative femminili registrano invece una flessione (-9 unità; -2,4%) al contrario di quanto emerso dall’analisi delle imprese subalpine nel complesso. Calano anche le cooperative giovanili (-8 unità; -9,0%).

Grazie ai dati sugli occupati forniti dalle Associazioni di categoria, è stato possibile delineare un identikit degli addetti del mondo della cooperazione: il 63% degli occupati risulta anche socio, le donne superano gli uomini (il 62% contro il 38%) e il 78% degli occupati è assunto a tempo indeterminato.

Indagine sul clima di fiducia

Come nel 2016, anche quest’anno è stata svolta da Camera di commercio di Torino insieme a Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord un’indagine sul clima di fiducia delle imprese.

Se l’anno scorso quasi una cooperativa su due si era espressa a favore di una sostanziale stabilità attesa per il fatturato 2017 (il 46,2%) e solo il 27,1% prevedeva una sua crescita più o meno sostenuta, a consuntivo poco più del 37% dei rispondenti ha dichiarato di non aver evidenziato variazioni del volume d’affari a fronte di un 34,1% che, al contrario, ha visto un aumento effettivo dello stesso (e tra questi ben il 16,9% ha registrato un incremento del fatturato di oltre il 5%).

Se si analizzano i saldi tra chi ha dichiarato un aumento del fatturato 2017 o una diminuzione, ottime le performance del settore cooperativo cultura, media e sport, di quello di produzione e lavoro, di salute e sociale e di quello dei servizi. Soffrono invece tutti gli altri settori, in particolare i servizi cooperativi connessi alle politiche abitative (-32%), il commercio (-27%) e il settore del credito, finanza, assicurazioni e mutue (-25%).

Le attese per il 2018 sono favorevoli: ben il 62,3% dei rispondenti si sente moderatamente/molto ottimista. In particolare, a esprimersi favorevolmente sono le cooperative attive nel settore salute e sociale (il 73%) e, quanto alla dimensione, le medie imprese (il 63%). Dal lato opposto, più pessimiste sono le cooperative attive nelle politiche abitative (il 76% è pessimista/molto pessimista) e le piccole imprese (il 63%).

Guardando all’occupazione, il 62,6% delle cooperative non prevede aumenti o diminuzioni del personale nel nuovo anno, ma il 12,3% dichiara che potrebbe incrementare lievemente la sua forza lavoro nel 2018.

Per quanto riguarda le prospettive future delle cooperative, tenendo conto situazione economica territoriale attuale, una cooperativa su due prevede un consolidamento delle attività (il 49,8%) e un 21% un suo ridimensionamento. Rispetto alla precedente indagine, aumenta il numero di cooperative che prevede un’espansione delle attività (dal 7,2% al 14,1%) a cui si è contrapposta una diminuzione tra chi si è espresso a favore di un ridimensionamento delle attività (dal 28,2% al 21%).

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