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Cultura

Drew, intervista con Andrea Monticone

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Tocca ad Andrea Monticone inaugurare una coraggiosa collana della neonata casa editrice torinese Buendia Books. Drew è il primo volumetto della collana Fiaschette, che porterà al pubblico racconti lunghi, da leggere in un sorso e a prezzo molto contenuto.

Andrea, che tutti chiamano Drew da quando vive a Londra, lascia la capitale inglese per tornare a Torino: deve uccidere un uomo. Qui la recensione completa del libro.

Andrea Monticone ha risposto alle nostre domande.

Drew inaugura una collana molto particolare dell’editore Buendia Books: racconti da leggere in un sorso a un prezzo molto contenuto. Cosa ti è piaciuto di questo progetto?

Il formato prima di tutto, l’idea di storie come i dime novels del Far West, agili e accattivanti, semplici, che è possibile portare sempre con sé, che possono sgualcirsi e diventare vissuti. Con prezzi bassi perché la lettura non deve essere un lusso. Ma è tutto il progetto Buendia che merita! È qualcosa di unico.

La storia è immediata, una scudisciata nera. Come è nata?

Inizialmente era parte di un progetto nato con altri autori, poi abbandonato perché per me non era abbastanza nero, duro, vitale. Stavolta sono stato molto punk come si nota dalla storia, dove dominano i Clash.

Il formato del racconto permette di essere più duri, immediati, crudi. Insomma soluzioni che un romanzo non concede. Secondo te quali sono le differenze tra i due formati?

Il racconto ti dà anche la possibilità di sperimentare, di trovare un altro ritmo, un linguaggio diverso. Il romanzo è un Lp, il racconto una esibizione live.

Londra e Torino. Un legame che ha radici profonde e misteriose. Tu come mai hai deciso di unirle in questa storia?

Per l’amore che ho per Londra. E poi c’era un gruppo che suonava un pomeriggio a Camden Town e che mi ha ispirato: ho finito due pinte di London Pride mentre prendevo appunti su un tovagliolino al pub.

Curiosità: è un caso che il protagonista abbia il tuo nome?

Un gioco voluto, per scherzare sull’identità, perché ciò che hai fatto conta più di chi non sei.

Conosci già l’ultima domanda. Immagina una trasposizione cinematografica del racconto. Quali attori ti piacerebbe interpretassero i tuoi personaggi?

Basta che sappiano suonare la chitarra da mancini.

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