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Istituto Italiano di Tecnologia, Environment Park e Politecnico: nasce a Torino il nuovo centro per le tecnologie future sostenibili

Redazione Quotidiano Piemontese

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Lavorare su progetti per la riduzione dell’impatto dell’emissione di CO2 e per il miglioramento dell’efficienza dell’utilizzo delle energie alternative e delle materie prime.

Sono queste le attività principali su cui si focalizzerà il Centre for Sustainable Future Technologies dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, inaugurato ufficialmente questa mattina a Torino nei nuovi laboratori presso il Parco Scientifico Tecnologico Environment Park.

La struttura

Il Centro IIT, di circa 1100 metri quadri e all’interno del quale opereranno 27 ricercatori e 18 studenti di dottorato, oltre a ricercatori affiliati del Politecnico di Torino, borsisti e tesisti, si trasferisce all’ Environment Park, grazie alla collaborazione tra Istituto Italiano di Tecnologia e Politecnico di Torino, all’interno di un programma di potenziamento dei laboratori del Parco scientifico torinese, finalizzato alla realizzazione di ricerca applicata e trasferimento tecnologico nei settori della produzione e utilizzo sostenibile dell’energia e delle materie prime e dei processi innovativi di recupero e riutilizzo della CO2.

Tre soggetti d’eccellenza, IIT, Envipark e Politecnico, hanno deciso di unire competenze e forze sui temi della sostenibilità, con l’idea di dare vita a un “miglio dell’energia e della sostenibilità”, di cui il Centro IIT è uno dei primi esempi concreti.

I primi lavori

Tra i primi progetti allo studio nel Centre for Sustainable Future Technologies di IIT i team multidisciplinari stanno già lavorando a Recode ed Engicoin, entrambi sostenuti dall’Unione Europea nell’ambito dello sviluppo dell’economia circolare.

L’anidride carbonica come risorsa

Recode punta a trasformare l’anidride carbonica prodotta nei cementifici in una risorsa per la produzione di additivi che aumentano le prestazioni del cemento stesso, attraverso lo sviluppo di sostanze liquide capaci di assorbire e, successivamente, rilasciare anidride carbonica. La CO2 catturata sarà poi utilizzata nel processo di produzione di nanoparticelle di calcio, l’acido ossalico, l’acido formico e la glicina, da utilizzare come additivi nel cemento armato. Se i laboratori di Torino si occupano della fase di testing, sarà presto istituito un impianto pilota ad Atene, nel cementificio Titan, partner del progetto, che permetterà di verificare su larga scala la bontà del processo complessivo e sarà il primo passo per una successiva industrializzazione.

Trattamento dei rifiuti organici

Il progetto Engicoin ha invece l’obiettivo di costruire una piattaforma per il trattamento dei rifiuti organici, basata sulla digestione di diverse famiglie di microbi e da cui è possibile ottenere la produzione di sostanze chimiche, come bioplastiche, acido lattico e acetone. Il processo di integrazione sarà garantito attraverso lo sfruttamento di fonti di calore a basso grado, flussi di gas ed energia elettrica a basso prezzo, prodotta durante la notte da un motore di cogenerazione alimentato a biogas.

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