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Piemontese trova 1 miliardo di vecchie lire in una cassetta di sicurezza, ma per Bankitalia è carta straccia

Redazione Quotidiano Piemontese

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Prima lo stupore. Poi l’amarezza. Tanta. Probabilmente in questo momento nessuno vorrebbe essere nei panni di Matilde Brescini, 62enne pensionata piemontese vedova, che, dopo avere trovato un miliardo di vecchie lire in una cassetta di sicurezza si è recata sportello Bankitalia per cambiarli in euro. Troppo tardi! Il termine per cambiarli, infatti, è scaduto.

Circa un anno fa a seguito del decesso del fratello Marcello, scomparso celibe e senza figli, la donna ha rinvenuto le chiavi di una cassetta di sicurezza dell’Unicredit, dove il marito aveva anche un deposito in conto corrente.

A marzo è stata aperta la cassetta di sicurezza ed al suo interno sono stati rinvenuti oltre a diversi titoli di Stato una ingente somma di denaro in lire in banconote da 500 mila lire e titoli di Stato di vario taglio per un valore complessivo di quasi 1 miliardo del vecchio conio.

Allo stupore è però seguita l’amarezza quando allo sportello Bankitalia gli era stato detto (fine marzo) che il cambio in euro non è era più possibile.

La donna si rivolge a un avvocato

Dopo la (triste) scoperta però la donna si è rivolta all’avvocato Stefano Rossi. Se è vero infatti che era stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro, spiega il legale è altrettanto vero – come sostiene ampiamente la Giurisprudenza – che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi nei casi in esame i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire.

“Intanto alcuni cittadini – continua Rossi – in casi praticamente identici avevano sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti (art. 26 D.L. 121 del 6.12.2011) che aveva sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro. Poi la sentenza 216/2015 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della norma Monti, riportando il nostro Paese sulla lunghezza d’onda degli altri Paesi della Comunità europea”.

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