Così ho scoperto Antonio, il dinosauro italiano unico al mondo

Quante donne geologo al mondo possono dire di avere fatto una scoperta così importante: trovare nei pressi di Trieste un dinosauro di 4 metri di lunghezza?

Ecco la storia di Tiziana Brazzatti, geologa, redattrice di punta della importante testata scientifica con sede a Torino, Gravità Zero e della sua incredibile scoperta.
di Tiziana Brazzatti
La geologa Tiziana Brazzatti sul luogo del ritrovamento
Foto Credits: dinosauroantonio.it
Solo a distanza di tempo mi accorgo di avere vissuto due forti emozioni nella mia vita; la prima quando il 25 aprile 1994 ho scoperto la zampa di un grosso rettile fossile e la seconda quando il 14 dicembre 2000 si è inaugurata la mostra “Adrosauri e altri reperti fossili del Villaggio del Pescatore” nella quale ho visto per la prima volta anche la parte rimanente di quello che avevo ritrovato, cioè Antonio.
Ma andiamo con ordine.
La notizia di dinosauri sul Carso triestino risale all’incirca a poco più di dieci anni fa, quando i Sig. G. Rimoli e A. Tarlao rinvennero alcuni resti fossili affioranti nelle rocce vicino alla cava abbandonata di Villaggio del Pescatore.
Vennero prelevati da parte loro, subito alcuni campioni di rocce per eseguire delle analisi che permisero di attribuire l’appartenenza dei fossili a grossi rettili, forse dinosauri. Ne fu informato il Museo civico di Storia Naturale di Trieste, al quale vennero consegnati i frammenti prelevati e che si occupò immediatamente di effettuare regolare domanda di concessione di scavo alla Soprintendenza ai B.A.A.A.A.S. del Friuli Venezia Giulia per gli anni 1992 e successivi, fino al 1994. Dopo aver fatto i primi sopralluoghi con uno dei due segnalatori, il Sig. A. Tarlao e tracciata una mappa dei rinvenimenti segnalati, vennero eseguiti i primi scavi e studi scientifici, sotto la direzione del Dott. Calligaris, uno dei due attuali Conservatori dello stesso Museo. In questi anni, le campagne di scavo diedero alla luce il primo paio di zampe anteriori riferibili ad un individuo, un coracoide, una serie di quattro vertebre molto schiacciate, un osso isolato, resti scheletrici disarticolati di pesci, un unico resto vegetale ed un “particolare osso”, un pube, che fu determinante successivamente per l’attribuzione alla famiglia degli adrosauri.LO SCETTICISMO DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA
Giovanni Todesco, scopritore di Ciro ( primo dinosauro italiano)
e Tiziana Brazzatti, scopritrice di dinosauro Antonio – credits
Purtroppo il rinvenimento di questi resti fossili non ebbe grande effetto sulla comunità scientifica. Non era ancora entrato nell’immaginario comune il concetto che in Italia potessimo rinvenire ossa di dinosauri e che ci potessero essere dei giacimenti di dinosauri, sebbene impronte di grandi rettili erano già state segnalate in varie zone italiane. La presentazione ufficiale del piccolo dinosauro trovato agli inizi degli anni novanta nel giacimento cretacico di Pietraroia in provincia di Benevento da parte di Giovanni Todesco, risale soltanto infatti al marzo 1998. Si vociferava comunque che questi reperti isolati di Villaggio del Pescatore appartenessero ai temibili carnosauri, cioè ai grandi dinosauri carnivori dotati di dentatura affilatissima ad andatura bipede, come l’Allosaurus del Giurassico superiore ed il Tyrannosaurus del Cretacico, entrambi ritrovati nel Nord America.
Alberto Angela sul luogo del ritrovamento
credits dinosauroantonio.it
In quel periodo collaboravo volontariamente con il Dott. R. Calligaris a studi di carattere paleontologico al Museo e studiavo Scienze Geologiche all’Università di Trieste. Ero quasi giunta alla fine del mio corso di studi e mi venne assegnata una tesina di laurea in rilevamento geologico, proprio nella zona di Villaggio del Pescatore.

COSI’ HO TROVATO UN DINOSAURO!

Durante uno dei frequenti sopralluoghi in zona, allo scopo di confermare un’ipotesi di faglia che secondo i miei calcoli doveva passare poco distante, penetrai in ginocchio nell’intricata vegetazione mediterranea nei pressi della cava abbandonata e mi imbattei in un affioramento di calcare che portava in superficie una zampa anteriore di qualche rettile fossile.

Ancora adesso mi vengono in mente prima le iniziali sensazioni di incredulità, sgomento e stupore e poi quella di eccitazione che sopraggiungono quando un paleontologo fa una scoperta inattesa ed improvvisa. Non immaginavo ancora in quel momento, che questo reperto avrebbe influenzato la mia attività di paleontologo ed avrebbe rivoluzionato la paleontologia italiana ed europea, tanto da cambiare la paleogeografia del Cretacico.
Tiziana Brazzatti alla  presentazione ufficiale
del fossile del dinosauro Antonio presso la Sovrintendenza
credits foto dinosauroantonio.it
Quel 25 aprile 1994 corsi subito ad informare il Museo di Trieste della scoperta e poi l’Università di Trieste. Fin dal primo sopralluogo fu ipotizzato che probabilmente quella parte distale di arto era forse soltanto la parte affiorante di un individuo di dinosauro che continuava verso il basso all’interno delle rocce calcaree; oggi sappiamo che questo reperto ormai venuto completamente alla luce è Antonio! 
Questa eccezionale rinvenimento, mai segnalato prima, mi diede la possibilità di essere coinvolta negli studi dei reperti recuperati fino ad allora e che erano conservati al Museo.
Il Dott. Calligaris ed io prendemmo contatto con due dei massimi esperti di dinosauri americani, il Dott. R. L. Carroll e Dale A. Russel, che ci confermarono con sicurezza che i resti potevano essere attribuiti a dinosauri e che quel “particolare osso”, sopra citato, apparteneva ad un pube di un Adrosauro.
Quindi i resti fossili non appartenevano a dei carnosauri, come si era creduto, ma si riferivano ad esemplari della Famiglia Hadrosauridae, dell’Ordine Ornitischia. Questi studi sfociarono in una pubblicazione scientifica, sugli Atti del Museo civico di Storia Naturale di Trieste, – Brazzatti T. & Calligaris R., 1995 -Studio preliminare di reperti ossei di dinosauri del Carso Triestino”, vol. 46, pp. 221-226.

DEFICIT DI COMUNICAZIONE NELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA 

Purtroppo la comunità scientifica non accettò da subito la proposta di attribuire a questi reperti l’appartenenza alla Fam. Hadrosauridae e questo importante studio scientifico non fece notizia. Forse i tempi non erano ancora maturi per pensare, che i reperti rinvenuti non erano di dinosauri carnivori che tanto affollano l’immaginario collettivo, creando nella nostra fantasia un mondo pieno di draghi e animali invincibili, ma soltanto di semplici dinosauri erbivori.
Nel frattempo a cavallo degli anni 1995 e 1996 si fecero altre campagne di scavo, sotto la direzione del direttore del Museo di Trieste Dott. S. Dolce; si estrasse infatti quel reperto che era rimasto ancora in situ, cioè la parte distale di quell’arto trovato dalla sottoscritta (quello di Antonio).Dal blocco di roccia recuperato, fuoriuscirono altre due zampe di un unico esemplare, che nell’ottobre 1996, vennero attribuite ad un adrosauro, da parte di uno dei massimi esperti europei nel campo dei dinosauri, Eric Buffetaut, attuale direttore del Laboratorio di Paleontologia dei Vertebrati del Centre National de la Recerche Scientifique di Parigi e che quindi confermò ulteriormente quanto avevamo già pubblicato.
Fu proprio l’estrazione di questo secondo paio di zampe anteriori di un unico individuo che convinsero le istituzioni preposte alla tutela e valorizzazione del giacimento fossilifero, a erogare cospicui fondi per la ricerca e a organizzare degli scavi sistematici con tecnologie innovative nel campo della paleontologia.
Disegno della testa del dinosauro Antonio
(disegno del paleoartista Tullio Perentin)
credits: dinosauroantonio.it
Fu firmata quindi una convenzione fra la Sovrintendenza Archeologica e per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici del Friuli Venezia Giulia, il Museo di Storia Naturale di Trieste, ed il Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine dell’Università di Trieste, per poter operare in sinergia vista l’enorme importanza scientifica del sito paleontologico e i probabili sviluppi socio-economici. Il resto è storia recente.

FINALMENTE ECCO ANTONIO!

Gli ultimi scavi effettuati tra il 1996 ed il 1997 hanno portato alla luce l’intero dinosauro ritrovato eccezionalmente in ottimo stato di conservazione ed in connessione anatomica.
La scoperta di Antonio è di grande eccezionalità ed importanza poiché è il primo dinosauro completo rinvenuto in Italia ed anche in Europa. Ed è grazie a questo rinvenimento che si aprono nuovi orizzonti e sviluppi nello studio del Carso Triestino, che fino a poco tempo fa si credeva essere un antico ambiente marino di scogliera. Ma non solo, tale rinvenimento va a modificare l’assetto paleogeografico delle terre emerse del periodo cretacico ed a creare nuovi sviluppi nella ricerca geologica e paleontologica.IL VIDEO DI DINOSAURO ANTONIO AL BIT DI MILANO
Al minuto 4,38 intervista con la scopritrice, la geologa Tiziana Brazzatti
Mi auguro che Antonio e gli altri reperti rinvenuti nel sito di Villaggio del Pescatore, che hanno indubbiamente un grande valore scientifico, vengano valorizzati con un’adeguata esposizione in qualche sala del Museo civico di Storia Naturale di Trieste. In un ruolo prettamente didattico, si potrebbe tentare di affiancare alle consuete e favoleggianti immagini propinate dai film Fantasia di Walt Disney e da Jurassic Park, anche delle conoscenze scientifiche che si credono far parte soltanto di una stretta cerchia di massimi esperti.

LA DIVULGAZIONE 
Secondo la legge vigente in Italia , mi riferisco al Testo Unico del D. L. n. 490 del 1999, i fossili sono definiti “cose che interessano la paleontologia”, per cui sono beni culturali che compongono il patrimonio indisponibile dello Stato. L’art. 87 della stessa legge prevede che chiunque scopra fortuitamente questi beni, ne deve comunicare la scoperta, provvedere temporaneamente alla conservazione lasciandoli nelle condizioni e nel luogo in cui sono stati rinvenuti. Sovente capita che invece questi reperti fossili vengano ritrovati da collezionisti o mercanti che senza alcun scrupolo li vendano andando quindi a far parte di qualche esclusiva e privata collezione, magari d’oltreoceano. Ottemperando alla legge invece si dà la possibilità a tutto il pubblico di godere di queste eccezionali opere d’arte dipinte con mano sapiente dalla natura, tempo addietro.PER APPROFONDIREIntervista RADIO RAI alla scopritrice Tiziana Brazzatti (parte 1, parte 2)Articolo sul National Geographic

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View Conference e ViewFest: a Torino il meglio della grafica digitale mondiale

La kermesse torinese omaggia l’innovazione tecnologica e i suoi protagonisti di fama internazionale.

Torino, 4 settembre 2013VIEW Conference, il più importante evento europeo dedicato alla cultura transmediale, ritorna a Torino dal 15 al 18 ottobre al Centro Congressi Torino Incontra per la sua 14^ edizione, preceduto come sempre dalla rassegna di cinema digitale VIEWFest, prevista dall’11 al 13 ottobre al cinema Massimo. Come sempre, sono attesi molti ospiti internazionali per un’intera settimana in omaggio ai mestieri e agli strumenti della creatività digitale.
L’edizione 2013 di VIEW Conference offre anche quest’anno l’opportunità di incontrare da vicino i guru mondiali degli effetti speciali, della creatività, dell’animazione, del cinema digitale e dei videogame.
Ospite d’onore e keynote speaker dell’evento è il premio Oscar John Knoll, punto di riferimento mondiale della grafica digitale, direttore creativo della Industial Light & Magic e autore degli incredibili effetti speciali del film campione d’incassi “Pacific Rim” diretto da Guillermo del Toro. Knoll, che ha supervisionato i progetti di “Star Wars” per gli episodi I, II, e III, e i primi due capitoli della saga Disney dei “Pirati dei Caraibi”, è noto anche per aver inventato nei primi anni ’90 insieme al fratello Thomas il programma di grafica ormai da tutti conosciuto: Photoshop.
A VIEW la grande animazione è di casa con l’attesa anteprima italiana di “Piovono Polpette 2”, presentato a Torino direttamente dai registi Cody Cameron e Kris Pearn. Dopo il successo del primo film torna sugli schermi la macchina che trasforma l’acqua in cibo, ancora operativa nella creazione di strani ibridi cibo-animali: il destino dell’umanità è nuovamente in pericolo.?Il film sarà nelle sale italiane solo dal prossimo 25 dicembre 2013; nel loro keynote di chiusura, il 18 ottobre, i due registi illustreranno come è possibile rendere il cibo così appetitoso in una pellicola d’animazione.
Spazio anche alla grande animazione firmata Disney/Pixar, con Dan Scanlon, regista del film capolavoro “Monsters University” che sarà a VIEWFest insieme al direttore tecnico Sandra Karpman: insieme illustreranno la loro incredibile esperienza per la realizzazione di questo prequel di grande successo.
E poi, ancora, un altro protagonista di questa incredibile edizione di VIEW sarà il pioniere della computer grafica Paul Debevec. Quarantenne “maestro della luce”, è a capo dell’Institute for Creative Technologies in California e con Light Stage crea attori virtuali sempre più realistici. Considerato una delle 50 figure mondiali più influenti, Debevec a VIEW rivelerà in anteprima europea i progressi nella computer grafica con un suo keynote e un esclusivo workshop di sei ore.

A VIEW 2013 anche l’avanguardia italiana con Antonio Farina fondatore di Milestone, la maggiore azienda italiana di sviluppo videogiochi, nonché di Reludo, la sua nuova startup nata nel 2012 dedicata allo sviluppo e publishing di giochi social e mobile. Il primo prodotto ‘Mayday! Emergency Landing’ pubblicato nel 2013 è stato un successo mondiale diventando il numero 1 in 61 paesi. Con i suoi oltre 30 anni di esperienza Farina dispenserà preziosi consigli da navigato sviluppatore Indie.
Lucia Modesto, Character Technical Director Supervisor – PDI/Dreamworks Animation, esporrà l’attività di animazione facciale creata per i film “Turbo” e “I Croods”.
Presenti inoltre Roger Guyett, il mago degli effetti speciali del blockbuster “Star Trek – Into the Darkness”,

ed Erik Nash, supervisore degli effetti visivi del film Marvel “Iron Man 3”, Peter Muyzers supervisore VFX del colossal “Elysium” appena uscito nelle sale, Parag Havaldar, di Sony Imageworks con l’imperdibile intervento sull’uso della stereoscopia nativa in lavori per “Il Grande e Potente Oz” e “The Amazing Spider-Man”, i video game evangelist di Ovosonico e tanti altri ancora.

VIEW è anche un’opportunità per professionisti, studenti e addetti ai lavori per aggiornarsi e acquisire nuove conoscenze grazie alla partecipazione ai numerosi workshop organizzati e tenuti dagli ospiti internazionali.
A VIEWFest sarà inoltre presentato il meglio dell’Electronic Theater di SIGGRAPH, con i migliori corti d’animazione prodotti nell’ultimo anno. Le opere sono state selezionate da una giuria di altissimo livello non soltanto per le loro caratteristiche tecniche, ma anche per l’originalità dello storytelling e la loro potenza visiva.

“Giungere alla quattordicesima edizione di VIEW con questi ospiti prestigiosi per noi tutti è un grandissimo traguardo e ne siamo più che entusiasti”, ha dichiarato il direttore di View, Maria Elena Gutierrez. “Anche quest’anno il panel di VIEW raccoglie premi Oscar come John Knoll e i protagonisti del campo dell’animazione 3D, degli effetti visivi, del graphic design, dei videogame e del cinema digitale. Torino diventa così meta di professionisti, appassionati e studenti, tutti riuniti per condividere esperienze, idee, conoscenze, trarre ispirazione, apprendere e, perché no, lasciarsi stupire.”

Anche per questa edizione VIEW propone i concorsi per premiare i talenti internazionali: il VIEW SOCIAL CONTEST, dedicato a film, cortometraggi, video musicali e pubblicità legati a temi sociali come la discriminazione, l’immigrazione o la violenza alle donne; il VIEW AWARD per cortometraggi animati e ITALIANMIX per opere dedicate all’Italia, ai suoi simboli e alle sue eccellenze.
VIEW Conference è realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, Regione Piemonte, Città di Torino.