Si riaccende l´attenzione su una sentenza che non ha precedenti nel mondo.
tenutasi pochi giorni prima del terremoto in cui sono perite 309 persone. Continua a leggere.
Quotidiano Piemontese
Si riaccende l´attenzione su una sentenza che non ha precedenti nel mondo.
COME FUNZIONA?
“Il primo appuntamento è gratuito – spiega la dr.ssa Luigina Pugno, coordinatrice dell’iniziativa – e serve per spiegare il funzionamento del progetto e a raccogliere la domanda di aiuto, in modo da essere inviati al professionista più idoneo alla vostra necessità”.
“Successivamente le visite verranno definite con un ottimo rapporto qualità prezzo che tenga conto delle difficoltà del paziente, e quindi accessibili a chiunque”.
“Il nostro obiettivo – continua la dr.ssa Pugno – è quello di avvicinare la psicologia alla gente, anche dal punto di vista economico. Durante questo periodo di crisi, infatti c’è una fascia di popolazione che ha bisogno di cure ma non può permetterselo”.
L’ASSOCIAZIONE E.C.O.
Il faraone venne sgozzato. Trovato un amuleto sulla ferita. Il mistero della morte risolto grazie a Tac, raggi e Dna. Indagini scientifiche chiariscono il risultato della congiura dell’harem contro il faraone dell’Antico Egitto.
Al Museo Egizio di Torino è custodito un papiro che descrive uno dei crimini più atroci accaduti nell’Antico Egitto: a metà del XII secolo a.C. nel gineceo del Faraone, la concubina Tij pianificava l’uccisione del suo coniuge, il sovrano divino Ramses III. L’obiettivo era mettere sul trono suo figlio Pentawer. Qualcosa andò però storto: la congiura fu scoperta e tutte le persone coinvolte vennero condotte in tribunale e punite. Oggi uno studio rivela se la morte di Ramses III è da ricondurre alla congiura.
Il team di ricerca, guidato dall’egittologo Zahi Hawass, da Carsten Pusch, esperto di genetica dell’Università di Tubinga e da Albert Zink, paleopatologo dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC), ha sottoposto la mummia del faraone a TAC, ad analisi genetico-molecolari e a indagini radiologiche. Le immagini della tomografia computerizzata, esaminate a Bolzano e al Cairo, hanno rivelato che al faraone fu tagliata la gola quando era ancora in vita. “Solo grazie alla TAC si è potuta vedere la ferita alla gola, nascosta da una benda sul collo,” riferisce Zahi Hawass, che, al momento degli studi, era Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie e ha quindi ottenuto l’accesso alla mummia in numerose occasioni. “Eravamo già a conoscenza del fatto che Ramses morì nel 1156 a.C., all’età di circa 65 anni. Rimanevano da indentificare le cause della morte,” continua Hawass.
Un amuleto per la vita nell’oltretomba
Analizzando le immagini della TAC, i ricercatori hanno inoltre scoperto un amuleto inserito nella ferita. Si tratta del cosiddetto occhio di Horus, un simbolo molto diffuso nell’Antico Egitto, usato per la protezione dagli incidenti e la rigenerazione del corpo. “Il taglio alla gola e l’amuleto provano chiaramente che il faraone è stato assassinato,” spiega Albert Zink. “L’amuleto fu collocato nella ferita dopo la sua morte per favorire una guarigione totale nell’aldilà”. Ma Ramses III fu davvero ucciso durante la congiura dell’harem, come suggerito dal Papiro Giuridico di Torino?
Identificato il figlio di Ramses III
Alcune prove a supporto di questa ipotesi sono state individuate in un’altra mummia. Grazie ad analisi del DNA, gli esperti hanno provato che Ramses III era direttamente imparentato con una mummia conosciuta finora col nome di “Unknown Man E”. Si era già ipotizzato che questa mummia, appartenente a un uomo di 18-20 anni, potesse essere Pentawer, il figlio di Ramses che presumibilmente aveva fomentato la congiura insieme a sua madre, con l’intenzione di sottrarre il potere al padre. L’équipe di ricerca è riuscita ora, analizzando le impronte genetiche, a scoprire una corrispondenza del 50 per cento tra il materiale genetico di Ramses III e quello della mummia non identificata. “La mummia è quindi, con tutta probabilità, uno dei figli di Ramses III. Per esserne certi al 100 per cento, bisognerebbe sequenziare il genoma della madre,” spiega Carsten Pusch, esperto di genetica molecolare all’Università di Tubinga. Sfortunatamente, la mummia di Tij, concubina di Ramses III e madre di Pentawer, non è mai stata trovata.
Suicidio del figlio?
Albert Zink e il suo team hanno condotto dei test radiologici anche sulla mummia che potrebbe appartenere a Pentawer. “A colpire la nostra attenzione è stato il fatto che il corpo fosse piuttosto gonfio. Inoltre, c’era una strana piegatura della pelle sul suo collo. Potrebbe essere il risultato di un suicidio per impiccagione. Infine il corpo è rivestito solo con pelle di capra – elemento considerato impuro – e fu mummificato senza aver prima rimosso gli organi interni e il cervello,” affermano gli scienziati.
Il fatto che il corpo del figlio di Ramses fu seppellito in un modo non consono a un principe potrebbe suggerire che fu proprio lui uno dei promotori della rivolta dell’harem. A Pentawer potrebbe essere stata offerta la possibilità di suicidarsi per evitare una pena peggiore nell’aldilà, come confermato dal Papiro Giuridico di Torino.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journal.
Ancora pochi giorni e sapremo con certezza quanto c’è di vero attorno alla profezia Maya riguardo la “fine del mondo“ .
In realtà alla base di questa credenza sembra ci sia una erronea interpretazione del metodo di calcolo di questo popolo precolombiano: in realtà si chiude solo un ciclo.
È un po’ come credere che il mondo finisca ogni volta che voltiamo la pagina del calendario o che la mezzanotte di ogni fine millennio sia l’ora di una improbabile catastrofe.
Un po’ come durante la psicosi collettiva riferita al 2k, il millenium bug, ricordate?
La NASA, tuttavia, ha preso a cuore i timori del grande pubblico, e ha preparato una pagina in cui ripete che non esistono prove concrete a supporto di questa, e altre teorie apocalittiche.
Lo spostamento dei Poli per esempio. La posizione dei poli magnetici non è una costante: si spostano, cioè, continuamente, anche in questo momento. E l’ultima volta che hanno invertito la loro posizione è stato durante l’inversione di Brunhes Matuyama avvenuta circa 780.000 anni fa.
I reperti fossili non hanno mostrano cambiamenti drastici nella vita vegetale o animale, e non ha inciso sull’asse di rotazione della Terra, o sul clima o sulle glaciazioni.
C’è inoltre la leggenda di Nibiru: una personalissima interpretazione dei testi babilonesi da parte della scrittrice Nancy Lieder, il pianeta X, come l’aveva definito nel lontano 1995, distruggerebbe la terra all’incirca ogni 36mila anni, riportando sul nostro pianeta le divinità aliene che ci avrebbero creato. La tesi è priva di alcun fondamento scientifico e ha le stessa credibilità della saga di Harry Potter.
In realtà esistono milioni di asteroidi nella fascia di Fascia di Kuiper. Nessun corpo delle dimensioni di un asteroide che entrasse all’interno del Sistema Solare o avesse un’orbita vicina alla Terra potrebbe passare inosservato. Inoltre non esiste nessuna prova del passaggio o della distruzione di tale pianeta in epoche passate.
GUIDA SEMISERIA AI SITI WEB E APP UTILI PER AFFRONTARE UNA CATASTROFE
Il COUNTDOWN del calendario Maya per Windows Phone, iPhone e Android.
Per ingannare l’attesa… ecco 43 COSE DA FARE prima della fine del mondo. Il sito aiuta a compilare una lista ragionata delle ultime incombenze da portare a termine prima di morire. Poi ci mette in contatto con altri che condividono le stesse aspirazioni per sostegno e consigli utili.
Vi potrebbe poi servire la US ARMY SURVIVAL GUIDE APP (per iPhone e Android), che ha al suo attivo numerose recensioni positive: il che fa ben sperare di avere questa applicazione nel caso vi serva per sopravvivere al cataclisma.
Siete sopravvissuti! Ottimo! Vi potrebbe servire la seguente app: FIRST AID AMERICAN RED CROSS. E saprete tutto su come curare le ferite vostre e altrui.
MAP OF THE DEAD (la Zombie Apocalipse Survival) vi sarà necessaria per sopravvivere nel caso in cui abbiate bisogno di trovare località di una certa utilità (negozi di alimentari, pompe di benzina) nella zona dove vi trovate e segnala le aree pericolose: ospedali e stazioni di polizia potrebbero oramai essere state invase da …zombie. Non si sa mai.
Vi sentite più vicini a imprenditori come l’ingegnere informatico Sergey Brin o il matematico Larry Page (fondatori di Google) o al biologo Craig Venter, noto per avere sequenziato il genoma umano con la sua azienda Celera Genomics.
O vorreste assomigliare a Richard Branson, l’uomo più ricco del Regno Unito, fondatore del colosso Virgin e celebre per le sue imprese ai limiti dell’impossibile!
Chiunque voi siate, o vogliate essere, se amministrate una azienda o dirigete una startup, dovete assolutamente prendere in considerazione la possibilità di dotarvi di alcuni strumenti indispensabili. Non potranno sostituirvi nelle importanti decisioni che prenderete per migliorare il vostro business, ma eviteranno di sprecare il vostro bene più prezioso… il vostro tempo!
1
WebEx Meeting [multipiattaforma]
Utilizzo lo strumento della CISCO dal giorno della sua uscita e lo trovo insostituibile.
Permette di collaborare via Web in tempo reale da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo. Da quando esiste anche l’applicazione mobile, cosa pretendere di più?
2
QuickMobile [multipiattaforma]
Una suite di soluzioni ormai per me divenute indispensabili per organizzare meeting, congressi, scambiarsi informazioni utili e gestire riunioni in videoconferenza. Mai più senza!
3
Kadrige i Sharing [iPad]
4
Google Mobile [multipiattaforma]
5
Evernote [multipiattaforma]
Estremamente utile per catturare e conservare idee e aspirazioni, fotografare presentazioni e progetti.
Cara vecchia Moleskine, … addio!
6
Microstrategy [multipiattaforma]
Permette di organizzare su tablet o telefono analisi, report, grafici, dashboard e qualsiasi dato che risulti indispensabile per il lavoro.
7
Tripit [multipiattaforma]
Da quando uso questa applicazione non inizio un viaggio senza avere pianificato l’itinerario la sera prima. Un vero e proprio consulente specializzato. Oltre a fornirmi mete, destinazioni e affini, può darmi tutte le informazioni su una determinata città e controllare le prenotazioni di alberghi e ristoranti.
8
Business People Magazine [multipiattaforma]
Ho scoperto un anno fa che su iPad la rivista è gratuita, almeno per ora. E’ uno dei miei mensili preferiti. Economia, attualità, stile e tendenze disponibile per android e Apple iPad
9
Il Mondo Digital Edition [iPad]
Evidentemente volevano portarsi avanti con i regali di Natale i ladri che questa notte hanno rapinato l’Apple Store aperto a Torino circa due mesi fa.
Incuranti di essere scoperti nella via più illuminata e importante della città sabauda, hanno forzato le saracinesche dell’entrata principale del negozio nella centralissima Via Roma, e hanno portato via tutta la merce esposta: iPhone, iPad, iPod e computer di diversi modelli.
Il Centro era stato inaugurato il 13 ottobre 2012, non più due mesi fa.
Si tratta del secondo store torinese (il primo è quello che si trova all’interno del centro commerciale Le Gru di Grugliasco).
Quello di Via Roma è il più grande in Italia. Lo spazio è enorme: circa 1360 metri quadrati su due livelli, con una superficie di vendita di 700 metri quadrati; vi lavorano circa cento persone. Altra particolarità dello Store torinese è la Briefing Room per gli utenti aziendali, ma ci sono anche spazi per incontri, corsi e lezioni.
Non è la prima volta che un Centro Apple viene rapinato. Negli Stati Uniti, ad esempio, sono frequenti le rapine e spaccate nei negozi della Mela. Come in questo video a circuito chiuso, che ha immortalato una vetrina di un Centro Apple spaccata con un Suv.
Non molto tempo fa, una tentata rapina a San Diego ha anche provocato la morte di una persona.
Venerdì 14 dicembre 2012 ore 20,30 al Castello di Moncucco Torinese (AT)
– Quali sono i pericoli di Internet, e come possiamo evitarl?
– Come tutelare i figli minorenni?
– Come difenderci da malintenzionati?
– A chi chiedere aiuto?
– Ricerca del lavoro e Web Reputation: gli errori da evitare su web prima di affrontare un colloquio di lavoro.
Navigare su Internet può essere utile e divertente, ma senza controllo può diventare fonte di minacce e pericoli. Ormai un crimine su cinque viene commesso in Rete.
Sono già 34 le startup che hanno fatto domanda per essere ospitate nella nuova struttura realizzata da un gruppo di giovani angel – articolo a cura di Silvio Gulizia
L’attenzione sempre maggiore al panorama delle startup italiane sta portando al nascere non solo di decine di nuove imprese, ma anche di strutture e fondi per aiutarle e finanziarle. Una di queste è iStarter, incubatore torinese che fra le altre cose si distingue per essere stato lanciato da un gruppo di giovani business angel.
Sono una cinquantina e hanno un’età media di 32 anni. Fra di loro ci sono persone come Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, Anna Gatti, Ceo di Soshoma e board member di Buongiorno, Fernando Napolitano, Ceo di Italian Business & Investment Initiative e board member di Enel, e Nicola Garelli, project leader al Boston Consulting Group e fondatore del gruppo di cui è anche presidente.
Si tratta di angel e persone impiegate in grandi aziende o amministratori di gruppi in sette settori: beni industriali, macchinari industriali, dispositivi biomedicali, Internet, tlc e media, aerospaziale ed energie rinnovabili. Nelle scorse settimane iStarter ha avviato una call for ideas che chiuderà il 25 ottobre: nel successivo fine settimana verranno valutate tutte le proposte (già 34 quelle registrate) fra cui ne verranno selezionate cinque. Queste verranno incubate a Torino nei nuovi locali acquisiti dal gruppo che ha anche una sede a Londra e presenze attive a San Francisco, New York e Shanghai.
Il nucleo centrale degli angel ha iniziato a operare in privato nel 2007. “Nello scorso febbraio una decina di noi ha avviato una riflessione per capire quale poteva esser
e il mercato in cui investire per i prossimi tre o quattro anni – ci ha spiegato Garelli – Avevamo già fatto investimenti sulle startup e volevamo posizionarci in questo settore. Quindi abbiamo consultato amici fra i venture capitalist italiani e anglosassoni. Abbiamo realizzato che la gestione dell’investimento di capitale e lo sviluppo dell’idea devono restare separati, perché la prima richiede persone che sappiamo gestire un portafoglio. Occuparsi solo dello sviluppo invece ci permette di mantenere alta la focalizzazione e di trasmettere il massimo valore all’imprenditore”.
iStarter, una Spa con 500mila euro di capitale, in sostanza si occupa di offrire formazione orizzontale (sui temi legati al mondo startup) e verticale (sul progetto imprenditoriale della singola realtà) e chiede in cambio una percentuale variabile solo se riesce a far finanziare il progetto tramite gli eventi di networking che riesce a organizzare e le proprie conoscenze. “In linea di massima puntiamo a seed da 200 o 300mila euro e prendiamo un 10% in contanti e un 5% in stock option”. In caso la startup non trovi un finanziamento, l’imprenditore non paga assolutamente nulla.
L’obiettivo di iStarter è diventare parte integrante della comunità torinese e del Nord-ovest offrendo sostegno ai nuovi imprenditori. “Vogliamo diventare un attore di riferimento all’intersezione tra università, industria, enti locali e comunità finan
ziaria”. All’interno dell’incubatore non ci sarà solo spazio per sviluppare le idee degli startupper, ma a questi potrebbero essere affidati anche progetti originati da partner corporate di iStarter.
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Realizzato da Università e Politecnico di Torino con CRF, Magneti Marelli, RTM e MECT 3 milioni di euro da Regione Piemonte – Bando Converging Technologies 2007
Mercoledì 28 novembre alle ore 18.00, nell’Aula A2 del Campus Luigi Einaudi (Lungodora Siena 100, Torino), il prof. Mario Deaglio terrà la lezione inaugurale dell’anno accademico 2012/13 del Corso di Laurea Magistrale in Sviluppo Ambiente Cooperazione dell’Università di Torino su “L’economia globale dopo la crisi: il ruolo delle economie emergenti”.
Introdurrà il prof. Giovanni Balcet, Presidente del Corso di Laurea.
Per info
Dipartimento di Economia
‘S. Cognetti de Martiis’
011670.4404
http://www.de.unito.it
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