Storie del Calcio: il libro di Alberto Zanichelli è ordinabile su Amazon

Storie del Calcio” si sofferma su alcuni momenti significativi, senza l’intento di fare una storia completa. Il libro è diviso in tre capitoli: ci sono le storie riguardanti alcune edizioni dei Mondiali, si parla poi degli anni 30, il decennio d’oro della Nazionale italiana, mentre l’ultimo capitolo è dedicato agli oriundi, con un breve sconfinamento in altri sport.

Storie del CalcioIl libro è stato scritto attingendo ai ricordi personali dell’autore, appassionato di sport da unavita, ampliati e impreziositi da ricerche sulla storia della Nazionale italiana di calcio.

Non a caso la narrazione inizia con i Mondiali del Cile del 1962, i primi di cui l’autore abbia qualche ricordo. Il libro non ha la pretesa di essere una storia della Nazionale in senso stretto. È un insieme di storie del calcio in cui la Nazionale è protagonista, sia nel bene, sia nel male. L’autore ha scelto gli avvenimenti che gli hanno ispirato un racconto.

Il libro analizza anche periodi molto lontani per i quali sono state necessarie le opportune ricerche. Fortunatamente il calcio è uno degli argomenti più seguiti in assoluto sul web, per cui non è stato difficile trovare notizie e spunti per scrivere. Si è cercato inoltre di inquadrare gli avvenimenti sportivi nel loro quadro storico, facendo spesso riferimento al contesto dell’epoca nel quale si sono svolti.

Nel primo capitolo si prendono in esame otto edizioni dei Mondiali. Nel 1962 l’Italia è al centro di una campagna diffamatoria verso il Cile, considerato incapace di poter organizzare un evento così importante, data la sua struttura economica. La risposta dei Cileni avviene sul campo nella famigerata ‘Battaglia di Santiago’, una maledetta partita che è il clou di questo primo racconto. Nel 1966, ai Mondiali d’Inghilterra, l’Italia incappa nella clamorosa sconfitta contro la Corea del Nord, difficile da dimenticare per chi l’ha vissuta. Nel 1970 l’Italia è protagonista della ‘Partita del Secolo’, il famoso 4-3 ai supplementari contro la Germania, salvo poi crollare in finale sotto i colpi di un Brasile irripetibile. Quello del 1974 è stato definito ‘Il Mondiale delle Chinagliate’, riferendosi ai comportamenti discutibili di Giorgio Chinaglia, attorno alla cui vita si svolge questa storia. Il 1982 è quello della vittoria in Spagna, quello dell’Italia Mundial e di Paolo Rossi, ribattezzato nell’occasione Pablito. Il 1986 è il mondiale di Maradona, ma visto dalla prospettiva dell’Italia è quello della fine dell’era di Enzo Bearzot. Il Mondiale 1990, in Italia, è soprattutto quello di Schillaci, protagonista inaspettato, e della missione incompiuta di Azeglio Vicini. L’ultimo Mondiale di questa storia è quello del trionfo del 2006, quello del cielo azzurro sopra Berlino.

Nel secondo capitolo si torna indietro agli anni Trenta. Sono anni in cui l’Italia del calcio si rivela al mondo intero, vincendo tutto. Grande protagonista di questo periodo è Vittorio Pozzo, commissario tecnico della Nazionale, che per le sue vittorie non pretenderà mai una sola lira di compenso. In effetti la sua fonte di reddito rimarrà sempre il suo lavoro di giornalista sportivo per ‘La Stampa’ di Torino. Nel decennio Pozzo riesce a vincere due Mondiali, un’Olimpiade e due Coppe Internazionali, il torneo antesignano degli Europei. Poi la Seconda guerra mondiale prima e la tragedia di Superga poi, rovinano tutto. Il capitolo viene introdotto dalle Olimpiadi di Amsterdam del 1928, in cui l’Italia per la prima volta vince qualcosa; nella fattispecie la medaglia di bronzo.

Il terzo capitolo è dedicato agli oriundi. Nel corso della storia, nella Nazionale italiana hanno giocato anche figli e nipoti dei nostri emigrati, avvalendosi del doppio passaporto. La grande emigrazione, iniziata agli albori del Regno d’Italia, ha prodotto una generazione di italiani all’estero dalla quale gli sport di squadra, hanno attinto a piene mani. Nel calcio, soprattutto fino alla Seconda guerra mondiale, hanno giocato nella Nazionale giocatori che hanno fatto la differenza e per buona parte si deve a loro la vittoria nel Mondiale del 1934. In tempi recenti, dopo un lungo periodo, sono stati riscoperti e utilizzati in tornei ufficiali. Infine, l’ultima parte tratta brevemente degli altri sport, visto che il calcio in questo senso ha fatto scuola.

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