L’8 e 9 maggio: l’incontro dei wworkers

Mercoledì 8 e giovedì 9 maggio a Bologna due-giorni di plenarie, laboratori, barcamp e speech. Tutto sulle nuove professioni della rete e sulle economie digitali. I lavoratori della rete provenienti da ogni angolo d’Italia e riuniti nella community Wwworkers.it racconteranno come posizionarsi e vendere online e come intercettare community e mercato.

Il pasticciaccio di Italialavoro

Riceviamo e pubblichiamo

Caro direttore, ricorda Italialavoro? Essa è l’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro. Questa, seppur del Ministero del Lavoro, si regge quasi esclusivamente sui “collaboratori”. Sui precari, insomma. Quelli che a parole si dice di voler disincentivare e, uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali Italialavoro attua uno dei suoi progetti più grossi e importanti, Welfare to Work, e finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori. Ecco, io vengo proprio da quel progetto. Lavoravo per cercare di stabilizzare lavoratori, mentre altri pensavano a come lasciarmi a terra. Si, perché a dicembre, grazie a Monti e Fornero, in centinaia se non di più l’azienda ci ha abbandonato. Fino a quel momento, di contratto in contratto, si riusciva a lavorare. Scusi,“collaborare”. Da dicembre non più, e collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Leggi tutto “Il pasticciaccio di Italialavoro”

Le cooperative che lavorano per Esselunga dove è vietato scioperare

Anche in Piemonte ci sono diversi punti vendita di Esselunga. Purtroppo ci è stata segnalata una grave situazione su cui occorre fare luce

Safra è un consorzio di cooperative che lavora nei magazzini di Esselunga. Lavorano con loro 200 stranieri. Alcuni dipendenti sei mesi fa hanno deciso di protestare contro carichi di lavoro e orari ritenuti insostenibili. Il consorzio ha risposto sospendendo i rappresentanti sindacali e licenziando 25 dipendenti. Se la Cigl è cauta e tratta, Bernardo Caprotti, imprenditore dei famosi supermercati del nord e autore del libro-denuncia “Falce e carrello” potrebbe cambiare cooperativa ma se ne lava le mani. Nel frattempo a due lavoratori il giudice ha già dato ragione.

“Se ti iscrivi al sindacato, ti licenzio”. “Alla cooperativa non piace che il lavoratore alzi la testa, per loro devi solo dire: sì, va bene”.

Le parole degli operai Safra, il consorzio di facchinaggio operante nei magazzini Esselunga di Pioltello (Milano), descrivono un clima di paura nel polo logistico: paura di protestare per i propri diritti e di organizzarsi liberamente attraverso il sindacato. Se lo fai, sei fuori.

È quello che è successo a 25 lavoratori, tutti con regolare contratto a tempo indeterminato, di Safra, un consorzio di cooperative con sede a Milano. Tre delle cooperative che ne fanno parte, con un totale di 200 dipendenti, lavorano per la catena di supermercati Esselunga. La loro storia ha inizio sei mesi fa, il 7 ottobre, quando, dopo essersi iscritti al S.I. Cobas (in totale sono 70 gli operai con la tessera del sindacato, sui 220 che lavorano nei magazzini Esselunga), hanno scioperato contro condizioni di lavoro “disumane”: truffe in busta paga, un carico di pesi da portare avanti e indietro tra camion e muletti che va oltre quanto consentito per legge, un regime di maltrattamenti “psicologici e fisici” e di ricatto che permette ai caporali stessi di decidere arbitrariamente chi far lavorare di giorno in giorno.

Gli operai, tutti stranieri e per questo più ricattabili, sono riusciti – con l’appoggio del sindacato intercategoriale – a trovare l’unità e il coraggio di alzare la testa, mettere da parte la paura e dire “basta” allo sfruttamento di cui si sentivano vittime. Il consorzio aveva reagito mettendo in ferie forzate dodici delegati sindacali di S.I. Cobas (il sindacato intercategoriale dei lavoratori auto- organizzati) per poi sospenderli e infine licenziarli per “scarso rendimento”. Poi nuove proteste con un presidio permanente davanti ai cancelli del magazzino drogheria e, per reazione, nuovi licenziamenti da parte di Safra, fino ad arrivare a 25 licenziamenti. Diversi i momenti di tensione con picchetti, assemblee, qualche scontro con le forze dell’ordine e varie manifestazioni, come quella del 10 dicembre 2011 a Pioltello, che ha visto sfilare in solidarietà ai licenziati un migliaio di persone, in gran parte immigrati impiegati nelle aziende della zona.

Il presidio permanente ha retto fino al 20 marzo, quando è stato smantellato per ordinanza del sindaco Antonio Concas, a causa di “pesanti disagi” per la collettività.

In tempi di crisi la (ir)responsabilità di Confindustria

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Liebman

Emma Marcegaglia torna ad invocare una revisione dell’accordo circa la riforma del mercato del lavoro adducendo “preoccupazioni espresse da centinaia di imprese”.In materia di flessibilità, con il solito piglio e lo stile confindustriale d’ordinanza. Eppure, in sede di trattativa Mario Monti,che una certa dignità pur ce l’ha, aveva accolto tutte le richieste della componente industriale, irritando non poco Susanna Camusso. Leggi tutto “In tempi di crisi la (ir)responsabilità di Confindustria”

Il testo del disegno di legge della riforma del mercato del lavoro

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, “salvo intese”, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. La formula “salvo intese” è stata consigliata a Mario Monti dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella speranza di stemperare le tensioni delle ultime ore. il ministro del Welfare, Elsa Fornero ha dichiarato: “Il governo non torna indietro sull’articolo 18. Nessuna marcia indietro dal governo e questo deve essere chiaro”. Il testo del disegno di legge che ora dovrà passare al Parlamento. Leggi tutto “Il testo del disegno di legge della riforma del mercato del lavoro”

I mobili mai consegnati e i dipendenti senza stipendio di Aiazzone

Su QP abbiamo parlato dell’indagine per truffa contro i titolari di Aiazzone e di Emmelunga e sulla situazione delle centinaia di dipendenti dei mobilifici da mesi senza stipendio. Su richiesta dei nostri lettori, facciamo un aggiornamento della situazione, utilizzando anche informazioni prese dalla Rete.

La Procura di Torino chiedera’ al Tribunale Fallimentare di occuparsi della situazione finanziaria di Panmedia, societa’ di comunicazione di Torino alla quale e’ stata ceduta la holding B/S, titolare del marchio Aiazzone.

Il Codacons del Piemonte ha ottenuto l’apertura di un tavolo di concertazione con Fiditalia per definire le posizioni dei singoli utenti. La Finanziaria ha assicurato il blocco delle rate sugli acquisti fatti con Aiazzone  e ora si sta esplorando un modo per cercare di ottenere, almeno in parte, la restituzione del finanziamento.

Da tempo si parlava della situazione difficile di Aiazzone e dei suoi dipendenti. Poi un reportage delle Iene ha fatto esplodere il caso
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