Siamo mal presi se gli italiani invece di preoccuparsi dello spread passano il tempo a cercare le foto di Belen Rodriguez nuda

Oggi lo spread ha sfondato quota 520, le borse europee hanno aperto in caduta libera, piazza Affari perde il -2,5%, i Bonos spagnoli hanno raggiunto un tasso record del 7,40%?, la Grecia è vicina al default e gli italiani passano il loro tempo in rete per cercare le foto di Belen Rodriguez nuda in piscina a Los Angeles o le informazioni sulla sua presunta gravidanza.

Forse non ci siamo davvero più in questa Italia.

Guardare l’Italia e il Parlamento senza paraocchi

Mario Calabresi sostiene in un editoriale su La Stampa che

Il Parlamento e le classi dirigenti sono lo specchio del Paese? I politologi, i sociologi e gli storici ne dibattono da sempre evidenziando come chi ci rappresenta in fin dei conti finisca per riprodurre i nostri vizi e i nostri difetti. Potremmo anche ricordare che le risse ci sono sempre state, ma dovremmo avere l’onestà di aggiungere che c’erano anche le classi dirigenti che ne prendevano immediatamente le distanze.

Ma siamo sicuri che oggi la classe politica somigli ai cittadini che governa? Questa volta spero proprio di no, e penso che siano rimaste solo piccole minoranze a tifare e a scaldarsi di fronte a chi grida e minaccia in Aula. Così come mi pare simbolica la risicata presenza di cittadini fuori da Montecitorio nella giornata di ieri. Si potrebbe interpretare questa assenza come il segno di una totale assuefazione, io penso invece che sia il risultato del disincanto, che sia un fastidio arrivato a tale livello da spingere la maggioranza dei cittadini a tenersi lontana. Le persone dotate di senso sanno anche che da questa paralisi non si esce andando a lanciare monetine fuori dal Parlamento.

Ora come noto il Parlamento è espressione del suffragio popolare. Quindi quei parlamentari che si sono esibiti in scene patetiche sono frutto del voto di una parte del paese. Non sono frutto di un attacco di marziani.
Una grande splendida parte parte degli italiani cerca di cambiare le cose, di superare le corruzioni, di combattere la prevaricazione, le vergogne e tutto quello che è illegale.
Un’altra parte sta a guardare, tira a camapre, segue l’onda del “che mi ocnviene fare”. In fondo avalla con il voto e con le azioni e con le omissioni lo stato delle cose.
E’ ora di guardare il paese Italia senza paraocchi evitando di dare sempre le colpe ai politici.

Non appenderò il tricolore sul balcone

Torino brulica di tricolori per le strade. Ci sono quelli istituzionali, quelli sponsorizzati, le coccarde da negozio e le bandiere ai balconi. La quasi totale maggioranza di questi arriva dalla Cina. Niente di grave: è solo una considerazione economico-strategica. Qualcuno ha anche scelto la strada “fai da te”. Ha preso tre pezzi di stoffa rossa, bianca e verde e li ha cuciti insieme. Di norma un proliferare del genere è figlio dei risultati della nazionale di calcio che fa impazzire periodicamente gli italiani e i torinesi in particolare.

Quest’anno il tricolore è figlio delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e i molti tricolori escono da iniziative assortite di marketing dove per farti comprare qualcosa ci mettono qualche cosa d’altro di bianco rosso e verde. Un classico di questi giorni è appunto lo stendardo tricolore. Non mi stupirei di vederlo inpacchettato insieme anche a scatole di biscotti o merendine per bambini.

Io amo questo paese, nonostante tutto e volendo anche il tricolore sul balcone, ma non mi sembra il caso di appenderlo fuori. Al massimo ce lo teniamo appeso in casa e ci riflettiamo sopra. Perchè dovrei adeguarmi a questa sorta di conformismo tricolore di facciata. E permettetemi in questo la Lega non c’entra niente.

Un giorno vedremo gli indegni lontani dal Palazzo, quelli che meritano finalmente fare carriera, i corruttori nelle prigioni, i soldi sotto banco lontani dalla gestione dell’Italia, i venditori di fumo tornare poveri e poco credibili, quelli che parlano bene e razzolano male finalmente scoperti e messi alla berlina, le donne considerate per quello che pensano e non per le loro sporgenze davanti o di dietro.

Quel giorno metterò fuori coscientemente il tricolore. L’Italia sarà finalmente un paese normale. Per ora pensiamo alla dignità composta dei Giapponesi nella tragedia. Al massimo metterò sul balcone una bandiera con il sol levante.