Cultura
Greater Torino: l’arte contemporanea parla la lingua della città
Carbotta e Cerutti sono Torinesi e si sono formati all’Accademia Albertina di Belle Arti. Entrambi interrogano e mettono in discussione lo sguardo dello spettatore, anche se in modi molto diversi. Le sculture di Carbotta riflettono sull’elemento urbano facendo emerge un rapporto plurimo con Torino e con le sue tante facce. A volte l’artista sceglie di eclissarsi, diventando parte del tessuto cittadino, come quando cammina per strada con la telecamera e cerca di non proiettare mai la propria ombra: il risultato è un video di un’ora che documenta elementi minimi della città. In altri casi, invece, la scultrice vuole registrare anche le tracce effimere del suo passaggio, come le impronte, oppure riportare verticalmente le imperfezioni del marciapiede in un’opera di cartone che idealmente potrebbe non avere fine. Uno sguardo singolare il suo, che diventa tangibile in Costruttore di mondi molto simili al nostro, una strana macchina fotografica per ricreare scenari urbani. In quest’opera Carbotta ha usato la tecnica dello spolvero: all’interno della “scatola magica”, la polvere di alcuni palazzi tra via Cavour e via Giolitti, sospinta dal vento, è passata attraverso una mascherina ed è andata a depositarsi su una superficie di intonaco bianco. Una specie di affresco, dunque, ma un affresco automatico, meccanizzato.
Greater Torino è aperta fino all’8 maggio.
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: via Modane 16, Torino
Biglietti: intero 5 €, ridotto 3 €, gruppi 4 €
Info: www.fsrr.org